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21 November 2024
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Resilienza collettiva

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“La cosa più rivoluzionaria che si possa fare è sempre quella di proclamare a voce alta cosa sta succedendo” (Rosa Luxemburg)

La resilienza è una capacità innata, e indica il modo di affrontare, e riorganizzare in maniera positiva la propria vita dopo aver subito eventi particolarmente traumatici, senza alienare la propria identità. Il problema dell’emergenza sanitaria lo ribadisco, è grave e reale, ma il sovraffollamento dei reparti di terapia intensiva e rianimazione è un problema annoso della sanità, non è un problema dovuto al contagio! La differenza con il passato sta solo nella diversa rilevanza mediatica che esso ha assunto con il Covid. La mia riflessione contiene le strategie e gli strumenti e le loro conseguenze, messi in atto dall’élite finanziaria tramite i governi, e dagli scenari di come essa usi l’emergenza come strumento di repressione. Elencherò gli errori macroscopici e le azioni a mio giudizio necessarie per uscirne. Il mio intento e di smentire l’alluvione di propaganda intimidatrice cui ci sottopone il complesso scientifico-mediatico che si è completamente messo sotto i piedi la politica.

Strategie – Non è in atto sul fronte della pandemia, una lotta tra vili negazionisti, da una parte, e dotti scienziati, dall’altra, non uno scontro astrattamente teorico e sconnesso dalla concreta realtà sociale e politica. È una battaglia tra chi ritiene che un virus non possa giustificare la distruzione delle libertà, dei diritti e della Costituzione, e chi ritiene si possa sacrificarli in nome della salute. La resilienza, quando si attiva, non sempre porta a risultati positivi, essendo influenzata da diversi fattori, individuali, sociali e relazionali, ma soprattutto dai servizi d’informazione che scolpiscono nelle nostre menti il cosiddetto pensiero unico, che trasforma ideologicamente diritti e conquiste in privilegi. Per poi rimuovere quegli stessi diritti e quelle stesse conquiste in nome della lotta ai privilegi. Così alcuni si autogestiscono, mentre altri “soccombono”, arrivando in alcuni casi a sviluppare vere e proprie psicopatologie. La comunicazione poi, sempre più virtuale, ci dà l’illusione della vicinanza, mentre l’emergenza ci ha tolto quella reale. Tutti a distanza di un metro, niente abbracci, niente baci, tutti a distanza nel freddo del non contatto. Non ci rendiamo conto, ma la conseguenza, col protrarsi dell’emergenza, sarà un profondo dolore individuale, di cui siamo già vittime. Ci stanno costruendo sistematicamente la nostra solitudine. Non confondiamo questa violenta espropriazione per una nostra inadeguatezza individuale.

Strumenti Mercati Finanziari – due scenari futuri auspicabili

1) Nello scenario peggiore, la maggior parte delle le nazioni dovranno fare un lockdown di due mesi e molte piccole aziende falliranno, nonostante le banche centrali immetteranno denaro quasi senza limiti. Molti settori come turismo e cultura non potranno riaprire al 100% fino all’estate 2021 anche per i costanti “ritorni” dell’epidemia e nuovi lockdown, sperando che l’epidemia finirà, anche senza un vaccino.

2) Nello scenario migliore: la situazione in 2-3 mesi migliora, plausibile vedendo la Cina e il 2020 sarà solo un brutto anno da ricordare, anno in cui chiuderanno tante piccole aziende che non hanno liquidità, ma che potranno riaprire 6-9 mesi dopo. Riaprire tutto in occidente almeno per l’estate, con tutti i limiti previsti, sarebbe il male minore a livello economico.

Conseguenze

  • prospettiva di sviluppo e di guadagno per il futuro, e nuovi investimenti borsistici in settori come la sanità, digitalizzazione dell’apparato amministrativo e didattico, e-commerce e smart-working
  • tagli alla spesa pubblica e privatizzazioni a conduzione franco-tedesca e investitori cinesi
  • concentrazione nelle mani di pochi privilegiati d’ingenti risorse economiche e le armi politiche, tecnologiche e mediatiche per garantirsi il controllo e il possesso
  • impoverimento della popolazione e aumento del debito pubblico, privato e delle aziende
  • aumento della disoccupazione e del precariato, con conseguente ristrutturazione di interi settori produttivi, nonché fallimento di migliaia di piccole medio imprese. Aumento del fenomeno usura
  • emergenza come nuova “normalità” = divieto assembramenti, violazioni libertà, società del controllo
  • campagne vaccinali obbligatorie (speranza o rischio?)

Scenari – Siamo consumatori globali privi, tuttavia, di dispositivi politici e morali in grado di governare la sopraggiunta complessità. Sono convinto che il capitalismo tramite il sistema neoliberista, e la complicità di tutti noi consumatori, abbiamo predisposto le condizioni ecologiche per la diffusione del virus: lo sfruttamento scriteriato delle risorse ambientali agevola l’ormai noto fenomeno dello spillover, peggiorando le condizioni di vita di tutti gli esseri viventi (surriscaldamento globale, polveri sottili, piogge acide, etc.). L’egemonia mediatica si focalizza sul virus, i bollettini, la biologia, la responsabilità individuale, le terapie e i vaccini per “risolvere” biomedicalmente il problema. È una visione miope, falsa, perché i fattori decisivi che spiegano l’origine e l’evoluzione della pandemia e il suo impatto in termini di disuguaglianze sociali della salute sono, la precarizzazione lavorativa, la povertà, il problema della casa o i soprusi ambientali, e la distribuzione disuguale del potere. Per ridurre le disuguaglianze ci sarebbe da fare politiche radicali, profonde per cambiare un sistema produttivo, finanziario, di consumo e culturale, che contrasti la grave crisi sociosanitaria ed eco-sociale attuale. A differenza della propaganda dei media, non sappiamo quale sarà l’efficacia dei vaccini, e se il livello di immunità sarà sufficiente per evitare nuove reinfezioni. Credo che la notizia del vaccino serve per farci accettare il lockdown, nella convinzione che a brevissimo saremo liberi. Questa interpretazione strumentalizzata dell’epidemia, attacca l’intera società globale con proporzioni rilevanti, dietro decisioni che interpellano direttamente la vita privata, la responsabilità individuale e il nostro tempo libero, e si intravvede apertamente una strategia di «medicalizzazione del sociale e dell’individuale». Si vuole preservare le attività esplicitamente economiche (pubblico-produttive) e limitare tutte quelle correlate alle relazioni umane (privato-improduttive), chiamata sfera ibrida delle azioni umane improduttive che hanno a che vedere con il relazionarsi con gli altri, con i legami sociali, e il loro mantenimento in una rete di rapporti molteplici con persone, al di fuori dal tempo del lavoro produttivo certificato come tale. L’affermazione di tenere a casa i non indispensabili non fa che ribadire ulteriormente il principio ordinato intorno al ruolo essenziale del profitto che va accettato in una sorta di sottomissione collettiva ritualizzata. Il Covid19, intanto, si sta rivelando un potente strumento di delegittimazione della narrazione neoliberista. Mette a nudo il volto feroce e criminale di questa globalizzazione che da un lato mette in comune virus, disastri ambientali, milioni di lavoratori senza diritti sradicati dai loro luoghi nativi, impoverimento delle classi subalterne, dall’altro concentra nelle mani di pochi privilegiati ingenti risorse economiche e le armi politiche, tecnologiche e mediatiche per garantirsi il controllo e il possesso. Il virus di per sé non abolirà il capitalismo, e nemmeno lo farà con un neoliberismo che infetta le menti e distrugge le vite.

Errori macroscopici dei governi e delle loro politiche:

  • assistenza sanitaria smantellata con politiche di austerità, imposte dalla politica truffaldina UE
  • lockdown e misure di contenimento caotiche tra stato e regioni e ininfluenti per il contagio
  • uso aberrante del linguaggio del terrore mediatico e inganno di volersi preoccupare della nostra salute
  • mancanza di previsione e capacità di anticipo sulle questioni sociali, sanitarie ed economiche
  • strumentalizzare che i tamponi non distinguono tra virus influenzali diversi (Covid o influenza?)

Azioni necessarie
vero dibattito libero parlamentare sui DPCM e di tutte le decisioni che seguiranno per la ripresa

  • ricoveri decisi dai medici di famiglia, essendo la mortalità del virus bassa, e ricovero non necessario
  • per i positivi con sintomi, e non affetti da altre patologie, alimentazione e attività fisica controllata.
  • diritto di: spostamento incondizionato, attività commerciali e culturali, apertura scuole, manifestare
  • dibattiti pubblici in diretta su temi sociali e scientifici, attraverso un confronto tra ipotesi alternative
  • digitalizzazione per la burocrazia e della rintracciabilità dei contagiati con sintomi importanti
  • miglioramento del trasporto pubblico
  • indagini per usura e appropriazione alle famiglie e piccole e medie imprese in crisi, e aiuti pubblici
  • Regole più flessibili per favorire prestiti delle banche a imprese e famiglie, ma con controlli più severi
  • Verifica scientifica con partners internazionali, sull’acquisto da parte della UE per fornitura vaccino Pfizer (o altri), senza imposizioni per legge di vaccinazione

Conclusioni Lo stato precario già preesistente la pandemia, risulta palese, come la non volontà di debellare il contagio e quindi mantenere l’emergenza da parte dei governanti, che hanno disposizioni ben precise in merito al piano di “Gran reset mondiale” dell’economia. Ribelliamoci a questo regime autoritario sanitario e terapeutico, prendendo come modello la costituzione prima che sia troppo tardi. L’obiettivo criminale della grande finanza, è quello di strozzare l’economia reale, per poi appropriarsene a prezzi irrisori. Essa è nemica tanto dei valori proletari (lavoro, solidarietà, diritti sociali), quanto di quelli borghesi (famiglia, Stato, religione, morale). Attiviamoci in maniera pacifica ma con clamorosa partecipazione, altrimenti la colpa più grande rimarrà la nostra. Mettiamo in moto la nostra imponderabile resilienza collettiva, scendendo in piazza, sviluppando nuove azioni collettive, scioperi e disobbedienza civile come il boicottaggio, la non collaborazione, il digiuno, le marce, se non vogliamo diventare servi della gleba. Viviamo nella morsa di coloro a cui è capitato l’occasione di assumere un comando assoluto, senza precedenti, sulla nostra vita, sui nostri diritti fondamentali, violando Costituzione e ogni legge giuridica, morale, civile, umana. “Non è segno di buona salute essere ben adattati a una società profondamente malata”. Krishnamurti (filosofo Indù)

Mario Pluchino

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