Pronto nuovo pacchetto di sanzioni per la Russia. Biden: se Mosca userà armi chimiche la Nato risponderà
A più di un mese dall’invasione Russa dell’Ucrania, si fa sempre più concreta la possibilità che vengano utilizzate armi chimiche. Tanto che, in occasione del vertice a Bruxelles del Consiglio Europeo e Nato, a cui, oltre che Zelensky in videoconferenza, ha partecipato Joe Biden in presenza, il Presidente americano ha chiaramente riferito che se la Russia dovesse usare le armi chimiche, come si teme, la Nato interverrà.
È il presidente ucraino Zelensky che, intervenendo all’assemblea della Nato, ribadisce l’accusa di utilizzo delle armi al fosforo da parte dell’esercito russo. Per questo motivo Zelensky avanza richieste di “aiuti militari senza restrizioni”.
Gli incontri tenuti nella giornata di giovedì 24 marzo hanno messo in evidenza che tutto l’Occidente si stringe all’Ucraina, per questo, a termine degli incontri, Mario Draghi ha esposto la ferma volontà congiunta di continuare a supportare l’Ucraina: intanto è pronto un pacchetto di sanzioni ancora più severo nei confronti della Russia, mentre si monitoreranno le misure già in atto per assicurare che la Russia possa aggirarle. Mentre, per quanto riguarda la pretesa, da parte di Putin, di ricevere i pagamenti del gas in Rubli, Mario Draghi spiega che si tratta di una “violazione contrattuale. Quindi i contratti – dove il pagamento è previsto in Euro e dollari – sono considerati violati se questa clausola viene applicata”.
Indipendenza dal gas Russo
Alla fine degli incontri, in una dichiarazione diffusa dalla Commissione Europea, Biden e Ursula von der Leyen annunciano che gli Usa e l’Ue costituiranno una “task force congiunta” per affrontare “le necessità immediate della sicurezza energetica dell’Ue e per accelerare la transizione” ecologica. “L’Ue vuole diventare indipendente dal gas russo”, ha affermato il presidente Mario Draghi dopo il summit Nato e del G7. “Il mercato del gas funziona male, i prezzi son speculativi, servono misure, ma di misure specifiche non si è discusso”.
Dunque, tutti i partecipanti agli incontri sono concordi e uniti nel voler fornire più assistenza agli Ucraini, a cominciare dal punto di vista militare, ma anche finanziari e umanitari.
Monito alla Cina
“Sollecitiamo tutti i Paesi a non dare assistenza militare o di altro tipo alla Russia per contribuire a proseguire la sua aggressione in Ucraina” si legge nel comunicato finale dei leader del G7, che continueranno “a cooperare strettamente anche per impegnare altri governi ad adottare misure restrittive simili a quelle già imposte” dai membri del ‘club dei grandi’ e ad astenersi dall’evaderle o aggirarle con forniture che “minano o mitigano gli effetti delle sanzioni”. Il riferimento è rivolto alla Cina ancor prima sollecitato dal segretario generale della Nato, Stoltenberg, durante il suo intervento. La Cina non ha tardato a ricambiare la cortesia, accusando invece il segretario generale della Nato di “diffondere disinformazione” affermando che la Cina ha sostenuto la guerra della Russia contro l’Ucraina. Fino adesso però la Cina non ha condannato apertamente Mosca per l’invasione dell’Ucraina, ha sostenuto che le sanzioni nei confronti della Russia sono eccessive e ha inviato aiuti umanitari all’Ucraina in largo ritardo rispetto a tutti gli altri Paesi.
Impossibile No fly zone
Quello che invece non sarà possibile garantire è la no fly zone fortemente richiesta dal Presidente Ucraino, lo stesso Mario Draghi ha confermato che “Non è possibile coinvolgere né Nato né Ue nella garanzia di una no fly zone”.
Nel frattempo l’Onu ha diffuso gli ultimi dati sul fronte e afferma che sono almeno 1.035 i civili uccisi in Ucraina dall’inizio del conflitto e 1.650 quelli rimasti feriti.
Redazione La Pagina