Il 2 aprile si tinge di blu per la Giornata Mondiale della consapevolezza sull’Autismo: scopriamo perché è stato scelto colore
Il mare è blu, come il cielo e i mirtilli più buoni che proprio in questo periodo stanno completando la maturazione per essere poi raccolti. È un bel colore il blu, ci riporta a tanti concetti interessanti e a molte immagini piacevoli, come il mare appunto. Il blu è anche il colore scelto per rappresentare l’autismo, un disturbo dello sviluppo neuropsichico che oggi colpisce circa l’1% della popolazione e proprio il 2 aprile ricorre la Giornata Mondiale della consapevolezza sull’Autismo.
L’autismo e una giornata tutta sua
La Giornata Mondiale della consapevolezza sull’Autismo è stata istituita nel 2007 dall’ONU per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa condizione più diffusa di quanto si immagini. Da uno studio sulla diffusione dell’autismo negli Stati Uniti si evince che un bambino su 88 nasce con questo disturbo, ciò significa che negli Stati Uniti ci sono più bambini autistici che affetti da diabete, cancro o sindrome di Down, condizioni ben più conosciute e comprese. In Italia il dato è più preoccupante, perché dagli ultimi studi risulta che un bambino su 77, nella fascia tra i 7 e i 9 anni, presenta un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi. Pare infatti che il disturbo colpisca maggiormente i bambini addirittura con un’incidenza di 3 o 4 volte maggiore rispetto alle bambine. Non c’è un quadro preciso per fare una diagnosi impeccabile di Autismo, i sintomi sono svariati, a parte una difficoltà generale del linguaggio e della comunicazione, così come un’apparente difficoltà di contatto emotivo anche con i genitori stessi, l’autismo può presentarsi in forme differenti.
Non ci sono certezze sulle cause del disturbo, anche se negli ultimi tempi sta avanzando l’ipotesi che guarda alla componente genetica e alla possibilità di un danno organico che si verifica nelle fasi di sviluppo del sistema nervoso. Per quanto riguarda il trattamento, si ritiene che gli interventi comportamentali precoci, personalizzati e finalizzati possano migliorare la comunicazione sociale e ridurre l’ansia e l’aggressività degli autistici.
L’autismo e il blu
Perché il blu è stato scelto come colore simbolo di questo disturbo? Sarebbe la natura enigmatica di questo colore il motivo per il quale, quando nel 2007 le Nazioni Unite decisero di dedicargli una giornata mondiale, si scelse il blu. Ma il blu è anche simbolo della “conoscenza” e della “sicurezza”, due concetti a cui si aspira per poter meglio comprendere la natura di questa condizione e poter intervenire.
La “conoscenza”, infatti, è necessaria e non solo comprensione del disturbo ma anche come informazione e diffusione delle problematiche che ruotano attorno all’autismo e che investono chi ne soffre, ma anche i cari e i familiari. Mentre la “sicurezza” riporta invece alla necessità di vivere in sicurezza e nel rispetto delle esigenze degli autistici e dei familiari, soprattutto per quel che riguarda il futuro di chi è colpito da questa patologia.
Come l’autismo, anche il mare è complesso e la sua natura è enigmatica: il mare è infinito, è sconosciuto. A volte è torbido, altre limpido, piace a tutti, tranne a chi non sa nuotare e lo teme… Anche l’autismo ha in sé una moltitudine di sfaccettature che difficilmente ci permette di classificarlo o di descriverlo in maniera chiara. A volte è più difficile, altre volte va meglio, ma sicuramente è una condizione ancora tanto sconosciuta. Ma questo non deve e non può condizionarci nell’approccio con questa realtà.
Così spiega meglio l’associazione “Tgd Padres Tea”, l’unione di genitori argentini con figli autistici: “Questo colore rappresenta in qualche modo quel che viviamo tutti i giorni noi familiari e le persone colpite: ci sono delle volte che il blu è brillante come il mare in un giorno d’estate, e altre volte che questo blu si fa scuro e si disperde come un mare in tempesta”.
Alcuni link svizzeri:
www.autismus.ch/