È possibile usufruire di una riduzione del 25% sull’aliquota IMU deliberata dai Comuni, qualora venga posto in essere un canone di locazione concordato. Per prima cosa occorre che l’immobile ad uso abitativo venga locato con un contratto a “canone concordato”, ai sensi della Legge 9 dicembre 1998 n.431, questa agevolazione è stata introdotta nel 2020 con il comma 760 art.1 legge 160/2019 ed è indipendente dalla delibera comunale. Vediamo ora che cosa è il canone concordato. A differenza di quello libero, in cui le parti si accordano tra loro secondo le regole del mercato stabilendo il canone, per il canone concordato occorre rientrare nelle categorie imposte negli accordi territoriali posti in essere tra le associazioni rappresentative delle categorie della proprietà edilizia e dei conduttori, rispettando le altre disposizioni, quali la durata del contratto. Gli accordi territoriali vengono stipulati periodicamente dai Comuni sulla base delle convenzioni nazionali, attenzione però alle modifiche normative. Infatti mentre nel 1999 l’assistenza delle organizzazioni di categoria era facoltativa, in seguito con il DM 16 gennaio 2017, venivano cambiate le regole, infatti per la definizione del canone, diventa obbligatoria l’assistenza delle organizzazioni della proprietà edilizia e dei conduttori, o almeno di una delle due parti rappresentative. L’agevolazione del canone può essere applicata anche ai contratti di locazione di tipo transitorio, art.5 comma 1 Legge 431/98 e quelli stipulati con ex art.5 comma 2 Legge 431/98, ad esempio la locazione a studenti universitari, i primi contratti dovranno avere una durata compresa tra uno e 18 mesi, i secondi sono previsti nei Comuni con sedi universitarie, e nei Comuni limitrofi, la durata del contratto di locazione non potrà essere inferiore a sei mesi e non superiore a tre anni. Per entrambi i casi dovranno essere rispettati i limiti di canone e tutte le norme decise negli accordi territoriali stipulati dai Comuni.
Dr. Paolo Gasparini