Ribaltando una frase fatta, alla ripresa della stagione 2023 di Formula 1 potremmo osservare che sembra non essere cambiato nulla ma perché tutto poi cambi. Questa la conferma che arriva al termine dell’Azerbaijan Grand Prix 2023, combattuto lungo i 51 giri del circuito cittadino di Baku, la capitale.
In apparenza, la gara esordisce come da copione.
A comandare il gruppo le due irraggiungibili Red Bull. Immediatamente a seguire, in categoria cadetta, i pretendenti al trono, accomunati da un livellamento di prestazioni tecniche che li premia con una scalata di classifica in modo orizzontale, ovvero affinché nulla sostanzialmente cambi, piuttosto che gratificarli con avanzamenti verticali, che è poi dove veramente emerge la supremazia di una squadra.
In terza fascia troviamo gli altri team, impegnati in una corsa alle posizioni di testa che sinora però non ha dato esito.
Veniamo alla cronaca di giornata. Alla partenza, a capitanare il gruppo di testa troviamo le Red Bull, ma con una sorpresa: in pole position e sino ad aggiudicarsi il primo posto sul podio è stato il messicano Sergio Perez, che tuttavia per contratto dovrebbe essere un gregario.
Il campione in carica Max Verstappen, compagno di scuderia, a Baku ha invece dovuto accontentarsi del secondo rango, distanziato da due soli secondi.
Recuperabilissimi, se entrambi i piloti avessero voluto ribaltare le loro posizioni: ma così non è stato.
A godersi i loro bisticci troviamo la terza guida di Red Bull, Daniel Ricciardo, in silenziosa attesa di proporsi come proverbiale terzo gaudente nella lotta fra due litiganti.
Soddisfazioni, ma non troppe, in casa Ferrari.
Charles Leclerc era partito in pole position, dopo avere dominato la Sprint Race. Quest’ultima, per decisione di Stefano Domenicali, Presidente di Formula 1, quest’anno ha cambiato impostazione, trasformandosi da pre-gara dove distribuire extra-punti, a qualifica per definire le posizioni sul nastro di partenza, la starting grid.
Nel Grand Prix di Baku a capeggiare la gara c’era proprio Charles Leclerc, che nei giorni scorsi aveva timidamente anticipato ai media di entrare in pista carico di “sensazioni positive”.
A conti fatti, possiamo dire che la prudenza del venticinquenne ferrarista era giustificata: perché le aspettative del giovane monegasco hanno cominciato a ridimensionarsi già al 4° dei 51 giri in programma, quando è stato definitivamente superato da un irresistibile Verstappen, quest’ultimo a sua volta poi doppiato dal compagno Perez.
La Ferrari, migliorata nella tecnica e nell’assetto, ha quindi impostato la gara dando la impressione di avere corso seguendo una strategia difensiva, in attesa della nuova vettura revisionata dal nuovo team principal del team di Maranello Frédéric Vasseur, e che finalmente dovrebbe debuttare in pista il terzo fine settimana di maggio, al Grand Prix di Imola.
Ma torniamo in Azerbaijan, dove a Leclerc, più che imporsi per la potenza della sua rossa, quindi non è rimasto che approfittare degli errori altrui. Lo stesso dicasi anche per Carlos Sainz, suo compagno di scuderia, che ha tagliato il traguardo con un 5° posto ben lontano dalla coppia Red Bull.
A confermarlo sono i distacchi di entrambi i piloti del team di Maranello dal vincitore Sergio Perez.
Leclerc, è arrivato terzo, a 21 secondi; Sainz, a 45 secondi, insomma quasi un minuto.
Si tratta di rilevazioni che riflettono una differenza fra le due squadre, avvertita per tutta la gara, non solo di valori tecnici, ma anche di aspettative e, almeno per il momento, pure di strategie.
Al 22° giro, erano i tecnici del team di Maranello che incoraggiavano Carlos Sainz ad accelerare, dato che i valori della sua Ferrari non mostravano problemi; questo é l’esatto contrario di ciò che invece normalmente accade ad un pilota già sicuro del suo mezzo e pronto ad imporsi.
Diamo ancora spazio al cronometro: al 24° giro la distanza tra Red Bull e Ferrari era di 10 secondi, poi salita a 14 secondi al 32° giro, ed infine ha inesorabilmente continuato a deteriorarsi sino al termine.
Da notare che a Baku si è corso in regime di green flag, ovvero in assenza di ripartenze strategiche ed incidenti che di solito alterano le posizioni in gara e la successiva graduatoria finale.
Prestazione sfortunata quella delle due Alfa Romeo: il cinese Zhou Guanyu si è ritirato, mentre il finlandese Valtteri Bottas è arrivato ultimo.
In zona punti, al traguardo, troviamo: Sergio Perez, di Red Bull, vincitore, che si è aggiudicato 28 lunghezze; secondo, il compagno Max Verstappen, con 18; terzo, il ferrarista Leclerc, con 15; quarto, Fernando Alonso di Aston Martin, con 12; quinto, Carlo Sainz, con 10; sesto, Lewis Hamilton di Mercedes, con 8; settimo, Lance Stroll, di Aston Martin, con 6 punti; ottavo, George Russell, di Mercedes, con 5; nono, Lando Norris di McLaren, con 2; ed infine decimo Yuki Tsunoda di Alpha Tauri, con 1 punto.
La classifica piloti è capitanata dal terzetto: Verstappen, Perez e Alonso, con 93, 87, e 60 punti.
La graduatoria costruttori invece allinea Red Bull con 180 punti, seguita da Aston Martin con 87 ed infine Mercedes con 76.
Le speranze delle Rosse di Maranello sono infine riassunte da un quarto posto in classifica, a soli 62 punti.
di Andreas Grandi