La risposta israeliana non è tardata ad arrivare e questa notte l’Iran ha subito un attaccato senza grossi danni. Esplosioni si sono verificate anche in alcune zone della Siria e dell’Iraq
Anche se questo avvenuto in nottata è stato definito da Itamar Ben Gvir, ministro israeliano della Sicurezza nazionale e leader della destra radicale, un attacco “moscio” (“debole” o “zoppo” secondo altre interpretazioni della traduzione), è pur sempre la risposta che Israele aveva promesso all’Iran. Singolare che il raid israeliano contro l’Iran sia stato lanciato proprio il giorno dell’85esimo compleanno del Grande Ayatollah Ali Khamenei, nato il 19 aprile del 1939.
Dopo l’attacco massiccio sferrato dall’Iran solo la scorsa settimana del quale però Israele era riuscito ad individuare ben il 99% di droni e missili utilizzati, tutte le potenze mondiali, Consiglio europeo in prima linea, auspicavano e suggerivano una de-escalation e nessuna ritorsione in risposta. Anche Biden aveva chiaramente detto che non avrebbe supportato nessuna eventuale risposta di Israele. Ma il gabinetto di guerra israeliano però, riunito subito dopo l’attacco subito, aveva decretato a favore di un attacco in risposta a quello subito senza lasciar trasparire nulla su tempistiche e modalità.
Non si è dovuto attendere molto, la reazione c’è stata e non ha riguardato solo l’Iran, ma sono state coinvolte alcune zone della Siria e dell’Iraq. Nell’attacco, di cui giungono notizie e aggiornamenti in continuazione, pare che sia stata colpita la base iraniana di Esfahan, nel centro dell’Iran, che ospita diverse importanti strutture militari, tra cui impianti nucleari, un’importante base aerea e fabbriche legate alla produzione militare iraniana. Secondo quanto riferito da Times of Israel, pare che i mini droni utilizzati per l’attacco israeliano e abbattuti dalle difese aeree iraniane fossero pilotati da “infiltrati” dall’interno dell’Iran. Questo è un importante segnale, come specifica una fonte israeliana al Washington Post: “Un segnale all’Iran che Israele ha la capacità di colpire all’interno del Paese”.
Nessun danno è stato causato nell’attacco notturno (circa le 4.30, ora italiana), ha detto alla tv di stato iraniana Siavosh Mihandoust, comandante dell’esercito iraniano, minimizzando i danni e fino a questo momento non ha rilasciato nessuna dichiarazione su eventuali ulteriori risposte.
Gli Stati Uniti erano a conoscenza della volontà israeliana di sferrare l’attacco, ma non avevano dato il via libera alla risposta all’Iran. “Noi non avevamo approvato la risposta”, ha dichiarato un rappresentante del governo parlando dell’attacco che pare sia stato lanciato poche ore dopo che il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian aveva detto proprio alla Cnn che se Israele avesse lanciato attacchi ci sarebbe stata una reazione “immediata e ai massimi livelli”.
Mentre Pechino, dopo la notizia dell’attacco all’Iran, si oppone a ogni azione che “aumenta le tensioni”, è attualmente in corso il G7 degli Esteri a Capri, dove il focus sarà certamente sulla situazione critica in Medioriente. In merito ha riferito il ministro degli Esteri Tajani che si spingerà “perché possa concludersi qui il conflitto”, mentre ancor prima il ministro della Difesa Crosetto aveva dichiarato che “con gli alleati e partner stiamo lavorando per scongiurare un’ulteriore escalation, invitare le parti alla moderazione affinché non si arrivi ad un punto di non ritorno”.
Redazione La Pagina