Le ricerche di Yara Gambirasio proseguono in ogni direzione anche dopo la lettera anonima recapitata alla redazione dell’Eco di Bergamo. Le squadre di ricercatori non sono tornate nel cantiere di Mapello dove, secondo il messaggio, si troverebbe il corpo della tredicenne scomparsa da Brembate Sopra il 26 novembre scorso, poiché nelle scorse settimane è già stato perlustrato a fondo dai carabinieri.
Le ricerche, rese difficili dal maltempo, si sono invece concentrate, in questi ultimi giorni, nel comune di Sorisole (Bergamo), nella zona della Madonna del bosco, e ad Ambivere, tra i boschi e i vigneti che sorgono nei pressi del santuario. Nella lettera il messaggio, scritto su un cartoncino nero formato A4 con lettere ritagliate: “Yara è nel cantiere di Mapello. Ho paura”. La lettera, indirizzata alla redazione cronaca del giornale, é stata subito consegnata alla polizia. Gli agenti della scientifica hanno provveduto anche alla rilevazione delle impronte digitali. Nulla si sa sulla provenienza della missiva: sulla busta c’era solo il timbro Milano Borromeo del 7 gennaio.
Al tempo stesso lo scritto è stato oggetto di accertamenti da parte del dirigente della Squadra Mobile, Gianpaolo Bonafini, che lo ha aggiunto alle segnalazioni, di ogni genere, pervenute alla polizia sin dal giorno successivo alla scomparsa della tredicenne di Brembate Sopra. “La premessa è che diamo peso a qualsiasi tipo di indicazioni”, ha sottolineato Bonafini. “Nel caso della lettera occorre, comunque, precisare che il cantiere di Mapello era stato ripetutamente controllato dai carabinieri.
Per questo motivo al momento attuale non è in programma una replica, considerati appunto gli scrupolosi interventi effettuati in quell’ambito dai militari dell’Arma.
È il caso di ricordare che il cantiere di Mapello è quello dove lavorava il marocchino fermato dai carabinieri, ma poi rilasciato perché completamente estraneo all’episodio”.
Intanto le ricerche proseguono: “Non ci concediamo tregue – ha riferito Bonafini – e guai se non lo fosse vista la gravità della vicenda”. Sul rigoroso impegno degli inquirenti e sulle speranze di riportare a casa viva Yara si era pronunciato nei giorni scorsi anche il questore Ricciardi che aveva puntualizzato: “Stiamo tenacemente operando anche perché quello legato alla ragazzina va ben oltre un aspetto tipicamente ed esclusivamente investigativo. Continuiamo a credere sino in fondo alle possibilità di risolvere il doloroso caso in maniera positiva”.
(ansa)
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