Consumare quotidianamente caffè riduce il rischio di diabete e di aterosclerosi, malattia degenerativa che colpisce le arterie di medio e grosso calibro
Il caffè è la terza bevanda consumata al mondo dopo acqua e vino e pertanto sono alla ribalta numerosi studi sull’interazione che ha con l’organismo umano. Oltre alla caffeina sono molto attuali gli studi sugli acidi clorogenici, che si sono rivelati polifenoli più potenti rispetto a quelli già rinvenuti in altre sostanze (come il tè verde, l’uva e il vino rosso). Questi polifenoli sono contenuti principalmente nella varietà “Robusta” e si è visto che in ogni tazzina di espresso del bar o di moka sono presenti circa 150 mg di antiossidante.
Gli antiossidanti agiscono tramite un’azione diretta sui radicali liberi nei test in vitro, ma è già ben noto che tutti i polifenoli posseggono anche un’azione anti-infiammatoria. Secondo recenti studi è anche possibile che gli antiossidanti stessi sarebbero in grado di stimolare ulteriori meccanismi cellulari di difesa, inducendo la sintesi di enzimi ad attività antiossidante.
Alle suddette azioni del caffè si riconduce pertanto l’effetto protettivo della bevanda nei confronti del dismetabolismo glucidico, come si evince da uno studio condotto in Olanda nel 2002 nel quale sono stati coinvolti 17.000 soggetti e nei quali si è visto che l’intolleranza glucidica si manifestava in relazione inversa al consumo di caffè. Più recente lo studio pubblicato nel 2006 su Diabetes Care, nel quale sono stati studiati 900 soggetti di età superiore a 50 anni, il quale ha rivelato che i consumatori abituali di caffè avevano una riduzione del rischio di diabete di tipo 2 (-64%).
Degli acidi clorogenici si sta occupando l’INRAN (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) di Roma, che ha segnalato come questi acidi incrementino la resistenza delle LDL all’ossidazione e contrastino l’aggregabilità piastrinica. Entrambi i meccanismi sono fondamentali nella formazione della placca ateromasica. Pertanto gli acidi clorogenici contrasterebbero l’aterosclerosi (particolare forma di arteriosclerosi). Ma che cosa sono le LDL? Le LDL sono lipoproteine a bassa densità, sono molto piccole e ricche di colesterolo esterificato.
Sono responsabili del trasporto del colesterolo dal fegato alla periferia e rappresentano volgarmente il “colesterolo cattivo”.
A sostenere la validità del consumo moderato e costante di caffè ci sarebbero i dati della cognitività, riassunti in uno studio europeo pubblicato nel 2007 su Eur. J. Of Clin. Nutr., che ha seguito per 10 anni 676 uomini tra i 65 e gli 85 anni, dimostrando che tre tazze al giorno di caffè sono correlate a un significativo minor declino della cognitività rispetto ai non consumatori.
Secondo questi studi un caffè al giorno toglie il medico di torno. Non priviamoci quindi di gustare una delle bevande più consumate sul pianeta.
DR. Antonino Genovese