Le 20-24enni costituiscono la fascia d’età con il maggior numero d’interruzioni
Anche se negli ultimi anni si registrano leggere diminuzioni del fenomeno, a livello mondiale sono stimate annualmente circa 42 milioni di pratiche d’interruzione di gravidanza (IG). In Svizzera i risultati della statistica delle IG, pubblicati annualmente dall’Ufficio federale di statistica (UST), registrano dal 2004 un tasso stabile tra le donne adulte, mentre scende costantemente tra le adolescenti.Nel 2010 sono state notificate 11’092 interruzioni di gravidanza, di cui il 96 per cento di donne domiciliate in Svizzera. Questo corrisponde ad un tasso di 6,8 interruzioni di gravidanza ogni 1000 donne di età tra i 15 e i 44 anni. Raffrontati a quelli di altri Paesi europei, i tassi delle IG in Svizzera sono molto bassi: in Francia il tasso è di 16,8 donne, in Italia di 10,3 e in Germania di 7,1. Il numero d’interruzioni di gravidanza praticate nel 2010 è leggermente più elevato rispetto agli anni precedenti. La metà delle IG effettuate da donne residenti in Svizzera riguarda le donne di nazionalità straniera, con un tasso di 10,8 contro il 4,3 tra le svizzere. Le 20-24enni costituiscono la fascia d’età con il maggior numero di IG. Infatti, in questo gruppo 10,4 donne su 1000 hanno fatto ricorso a un’IG nel 2010, il che rappresenta il 23 per cento di tutti gli interventi. Tuttavia, tra le 15-19enni il tasso ogni 1000 donne è passato da 5,5 interventi nel 2007 a 4,5 nel 2010. Come riscontrato negli anni precedenti, nel 2010 l’1 per cento delle interruzioni di gravidanza ha interessato adolescenti di età inferiore ai 16 anni. A livello cantonale i tassi variano sensibilmente. Ginevra e Vaud restano i due Cantoni nei quali si osservano i tassi più elevati, mentre i tassi più deboli si registrano nella Svizzera centrale e orientale.
Questi dati confortano per la diminuzione dei casi nelle adolescenti. Lasciano perplessi nel numero globale d’interventi rilevati nel 2010, che è cresciuto lievemente rispetto agli anni precedenti. Mentre non entrano nella statistica i molti casi (sia d’interruzione naturale sia provocata) che non sono segnalati. Ridurre le IG appare difficile, perché i motivi all’origine dell’intervento sono particolari circostanze di serio pericolo, che convincono le donne ad interrompere la gravidanza. Il 92 per cento delle interruzioni è stato effettuato per motivi di carattere psico-sociale. Tra questi i più indicati sono: la donna ritiene di non essere in grado di crescere un figlio, la situazione economica corrente non le permette di tenere il figlio, che la donna abbia già un numero sufficiente di figli, che il partner non desideri o non desideri ancora avere figli o che la donna non voglia avere figli senza un partner stabile.
Solo il 5.5 per cento è stato motivato da ragioni di ordine medico, come la presenza di gravi malformazioni al feto. Evitabile può essere quel 40 per cento dei casi in cui non è stato usato dalla donna alcun mezzo contraccettivo al momento del concepimento. In ogni caso, se non si può far fronte a questa esperienza, è di rilevante importanza che il sostegno alla donna nella sua decisione sia garantito da parte delle reti sociali e familiari.
Gaetano Scopelliti
1 commento
“Mentre non entrano nella statistica i molti casi (sia d’interruzione naturale sia provocata) che non sono segnalati.” ????
L’aborto spontaneo non c’entra. Almeno mezzo dei ovuli fecondati se ne vanno spontaneamente e 10-15% delle gravidanze finiscono con un aborto spontaneo. Spesso le donne nemmeno se ne rendono conto.
Per quanto riguarda gli aborti clandestini, non segnalati – sono sicura che ne sono pochissimi. Forse qualche raro aborto di una donna migrante (clandestina) che non conosce la legge svizzera che garantisce l’accesso all’aborto legale sicuro.
Anne-Marie Rey, aborto-informazione