Non è Natale senza De Sica al cinema che ci fa gli auguri che dovrà vedersela con il sequel della coppia dei soliti idioti
Torna Neri Parenti con l’appuntamento fisso del cinepanettone! Ad affiancarlo l’immancabile Vittorio De Sica per una produzione di De Laurentiis. Non si tratta, però, del solito film natalizio a cui da anni ci hanno abituati, ma una versione più “soft” con meno donne da vetrina e una comicità più alla buona.
Così, accantonati i viaggi esotici in mete da sogno e le gag triviali, quest’anno il Natale si tinge di rosa, visto che tutti i protagonisti della pellicola sono alle prese con l’amore a prima vista. Il film si divide in 2 episodi distinti: Christian De Sica è uno psichiatra che finge di essere un sacerdote per evitare un arresto, ma l’abito talare non gli impedirà di innamorarsi perdutamente di Luisa Ranieri, maresciallo dei carabinieri e promessa sposa di un uomo fedifrago. C’è poi l’ambasciatore presso la Santa Sede, Claudio Gregori (Greg), che non riesce a contrastare il sentimento viscerale che prova per Anna Foglietta, una pescivendola sguaiata, solita accompagnarsi ai coatti; per conquistarla il diplomatico decide di seguire le lezioni di Pasquale Petrolo (Lillo), che cercherà di trasformarlo in un campione di maleducazione. A completare questo team dobbiamo aggiungere la simpatica perpetua interpretata da Arisa e il sagrestano muto che ha il volto di Simone Barbato. Dunque mentre alla coppia di comici Lillo e Greg è affidato l’episodio comico del film, a Desica va quello più romantico e sentimentale, come lui stesso spiega: “Quest’anno nel mio episodio mi hanno fatto fare l’innamorato, mentre l’episodio di punta comico è stato affidato a Lillo e Greg, che io stimo moltissimo. In un prossimo film mi piacerebbe recitare con loro, più che fare una storia d’amore. Con il mio episodio si sorride, con loro si ride. Il mio è un po’ un film anni ’50, con il prete, la perpetua interpretata da Arisa, la bella del paese, in cui si respira ottimismo: ne sono soddisfatto, ma sono rimasto un po’ solo, senza spalla”. Il comico romano però non è d’accordo con il cambio di vedute di De Laurentiis: ”De Laurentiis prima ha mollato il brand del ”Natale a”, poi quello di ”Vacanze a”, col risultato che l’hanno preso altri, dai Soliti idioti a New York, rispetto ai quali io e Boldi eravamo due educande, a Il peggior Natale della mia vita. Comunque, qui la storia ha un ritmo più leggero, non ci sono bonone, tutto è meno aggressivo”. Parole non proprio docili per i diretti antagonisti Francesco Mandelli e Fabrizio Bigio, che cercano di ripetere il successo del primo film che ha incassato oltre 11 milioni di euro e scelgono il periodo natalizio per lanciarlo.
Troveremo Ruggero De Ceglie, l’avido e cafone imprenditore arrivista, con il timido e sensibile figlio Gianluca, al quale insegna quotidiane perle di inciviltà. Dalla lotta contro il fisco alla fuga dalla mafia russa, Ruggero e Gianluca vivranno avventure rocambolesche all’insegna del divertimento, fino a sfiorare l’inverosimile. La trama riprende esattamente da dove si era interrotta la storia, da quel “continua” comparso a fine proiezione, ritroviamo Ruggero e il figlio Gianluca in fuga dalla gang dei Russi. Ma in questo anno tante cose sono cambiate e la crisi si è abbattuta anche sull’impero del Wurstel. Per salvarlo, Ruggero è disposto a tutto, anche a ricorrere all’aiuto del padre di Fabiana, un uomo rigoroso e austero. Amnesie, imbrogli e sotterfugi saranno solo alcuni degli ingredienti di quella che si preannuncia come una rocambolesca epopea: riuscirà Ruggero a salvare il suo impero, scappare dai Russi e soprattutto salvarsi dalla temibile scure dell’erario? Accanto ai protagonisti principali della storia, appaiono una lunga serie di altri strani personaggi: i ragazzi coatti milanesi, Patrick e Alexio, già diventati il nuovo tormentone, i bambini di “Mamma esco”, Niccolo e Gigetto, i preti marketing e altri totalmente nuovi, creati appositamente per il film. Contro le accuse di essere troppo volgari rispondono discolpandosi e puntando il dito sulla realtà circostante, di cui si propongono come specchio: “Ce ne hanno dette di tutti i colori, che siamo vuoti, volgari, mostruosi, sciocchi. La nostra volgarità è quella dei nostri giorni: noi mostriamo solo delle maschere che esistono, basta guardarsi intorno”.