Le particelle accelerate in un anello sbriciolano il Dna della cellula malata e disintegra i tumori alla prostata e alla base cranica
A Pavia, il Cnao (Centro nazionale di adroterapia oncologica, di Strada Campeggi 53) sta sperimentando il “bisturi atomico” Se ne parla da anni, ma solo adesso se ne sta realizzando il sogno. In che consiste? Si tratta di un anello di 110 metri di circonferenza e di 22 metri di diametro. In questo anello (tipo, seppure in piccolo, quello che si trova nei sotterranei del Cern a Ginevra) protoni e ioni carbonio corrono a velocità impressionante, al punto che, con l’accelerazione della velocità, si forma un invisibile (ad occhio nudo) bisturi che colpisce il Dna della cellula tumorale, la taglia e la uccide. L’anello, che si chiama sincrotrone, è collegato con tre sale di cura, per cui da esso le particelle accelerate, chiamate adroni, vengono dirette verso le sale e in particolare verso la parte malata del paziente da operare.
Questo “bisturi atomico” viene sperimentato prima sui tumori alla base cranica e su quello alla prostata di venti pazienti che altrimenti non sarebbero recuperabili e che tentano l’ultima possibilità di salvezza. La sperimentazione ha ottenuto il via del ministero della Salute. Il paziente viene colpito nelle cellule tumorali dagli adroni che sbriciolano il nucleo delle cellule e neutralizzano il tumore le cui cellule malate quindi non si possono replicare facendo così danni irreparabili. Tutta l’operazione si chiama adroterapia, cioè terapia agli adroni, cioè le particelle accelerate che sbriciolano il cuore della cellula malata.
La sperimentazione è la prima in Italia e in Europa e viene dopo quella eseguita in Giappone. Del Cnao fanno parte l’Istituto nazionale dei tumori, l’Istituto europeo di oncologia (Ieo), i Policlinici universitari di Milano e di Pavia. Il direttore scientifico della sperimentazione è il dottor Roberto Orecchia, direttore della Radioterapia allo Ieo.
Due, dunque, sono le novità: l’adroterapia e la radioterapia “intelligente”. Dell’adroterapia abbiamo già parlato, ma completiamo l’informazione con le parole del dottor Orecchia: “Utilizza protoni e nuclei atomici (chiamati ioni) soggetti alla forza detta “nucleare forte”. Quando il raggio entra nel corpo fa danni relativi, ma è il tumore che viene letteralmente debellato, “con il vantaggio di minimizzare la distruzione dei tessuti sani, massimizzando quella dei tessuti malati. L’energia causa una grande una grande quantità di rotture nel Dna delle cellule malate, che non riesce ad auto-ripararsi, come fa di solito”.
L’altra novità, la radioterapia intelligente, viene dallo Ieo, dove nei giorni scorsi è stata presentata sia da Umberto Veronesi che dal dottor Roberto Orecchia e riguarda sempre il tumore alla prostata. Innanzitutto, è stato fatto notare che in Italia esistono 25 mila casi all’anno di uomini con tumore alla prostata. Non sempre la diagnosi è precoce, non sempre si riesce a debellarlo in tempo, non sempre si guarisce senza conseguenze, che sono soprattutto l’impotenza sessuale, cioè l’impossibilità di avere l’erezione per i danni subiti dalla prostata con l’intervento chirurgico tradizionale. Circa il 66% dei casi non avrà più l’erezione. Ecco, con la radioterapia intelligente i numeri s’invertono: l’erezione è garantita nel 66% dei casi.
In pratica, quando c’è un tumore alla prostata e si deve operare, la radioterapia intelligente è una cura che avviene in cinque giorni con garanzia di guarigione del 95%, sempre che la diagnosi sia precoce.
In conclusione: l’adroterapia ha come obiettivo la lotta al tumore alla base cranica e alla prostata e si impiega nei casi di tumori in stato avanzato. La radioterapia intelligente in cinque giorni è una terapia accelerata di quella già in uso.