Il continuo arrivo migliaia di profughi in Italia è dovuto alla situazione sempre critica e instabile
La settimana scorso le navi della marina italiana hanno soccorso più di 3000 rifugiati nel mar mediterraneo. La maggior parte è scappata dalla guerra civile in Siria. Il governo italiano, dopo la tragedia dello scorso autunno a Lampedusa durante la quale sono annegati più di 400 profughi, aveva messo in atto l’operazione “Mare Nostrum” che, dalla messa in atto, ha salvato più di dodicimila persone.
Nel quadro di questa operazione, lo scorso lunedì e martedì, sono stati soccorsi 2’218 rifugiati con i loro 15 canotti pneumatici e varie barche di pesca piccole, per portarli in Sicilia. Nei giorni seguenti sono stati soccorsi altri 1’165. I profughi, provenienti secondo le autorità responsabili soprattutto dai paesi Siria, Eritrea e Palestina, sono partiti dalla costa libica. Dall’inizio dell’anno sono quasi 10’000 i profughi che sono stati soccorsi dalla marina militare italiana e dalla guardacoste, il triplo della cifra del 2013 nello stesso periodo.
L’Oim (Organizzazione nazionale per le migrazioni) ha chiesto una proroga di Mare Nostrum. «Si tratta – ha spiegato il portavoce Flavio Di Giacomo – di barconi tutti provenienti dalla Libia. E altre dieci imbarcazioni sono state avvistate da poco. È la prima volta che assistiamo a un’ondata di arrivi così consistente e concentrata in poche ore». E gli sbarchi, aggiunge, «sono destinati ad aumentare, considerata la situazione di instabilità politica della Libia e confermano la necessità di prorogare l’operazione Mare Nostrum. L’Unione Europea dovrebbe riconoscere il ruolo importante del salvataggio in mare e valutare seriamente e urgentemente altre forme di protezione dei migranti in paesi di transito e comunque lungo le rotte della disperazione».
Di Giacomo si aspett più barche con altri migliaia di rifugiati anche nei prossimi giorni, dovuto al fatto che la situazione metereologica è buona.
Le autorità siciliane sperano che al più presto possano portare i rifugiati nei 13 campi di profughi posizionati in tutto il paese perché il posto nei centri d’accoglienza è ormai limitatissimo. Ai profughi siti in questi centri a volte tocca un’attesa di mesi finché le richieste d’asilo vengano elaborate e capita ancora più volte che i profughi vengano espulsi nei loro paesi di provenienza o transiti.
Ma allo stesso moro, l’operazione “Mare Nostrum” risulterebbe un successo: Laurens Jolles, responsabile dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, dice dell’operazione che sia “esemplare per gli altri paesi” e ha appellato agli altri stati membri dell’UE di sostenere l’Italia economicamente nella continuazione dell’operazione. Inoltre “Mare Nostrum” darebbe un contributo “non solo al controllo della frontiera, ma anche alla sicurezza in Europa” perché “ci sono collegamenti stretti tra contrabbandieri di esseri umani e organizzazioni terroristiche”. Non perdiamo di vista però che i contrabbandieri possono continuare con i loro affari soltanto perché l’Unione Europea si isola sempre di più contro i profughi e alza via via i muri della fortezza europea. Anche l’operazione “Mare Nostrum” è stata fondata soprattutto con l’intento di scoprire in tempo nuovi profughi per poterli far ritornare alla costa libica.
Ad ottobre il ministro degli interni Angelino Alfano ha inoltre dichiarato che con l’operazione della marina militare si vuole intimorire i contrabbandieri che “pensano di poter contrabbandare esseri umani senza essere puniti”.
”Pensiamo sia necessario, per quanto riguarda la questione dell’immigrazione, un intervento legislativo per ridurre alcuni termini a cominciare dai Cie: bisogna intervenire per diminuire la permanenza degli immigrati nei Cie (centri di identificazione ed espulsione)”. A dirlo, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nella sede della Prefettura di Roma al termine di un incontro con i prefetti del Lazio la settimana scorsa. ”Dobbiamo raggiungere alcuni obiettivi – ha spiegato il ministro – il primo è europeo ed è proteggere la frontiera mediterranea ed evitare così che si verifichino degli sbarchi liberi. Altro obiettivo, una volta che gli immigrati arrivano in Italia, è identificarli e dare il diritto di asilo a chi è rifugiato e scappa da zone di guerra ed espellere chi invece è entrato illecitamente e non ha diritto di asilo. Il tema dei tempi – ha specificato Alfano – non è di riduzione o di alleggerimento dei pacchetti precedenti sul tema dell’immigrazione ma efficientemente del sistema per evitare che il tempo di permanenza nei Cie avvenga per periodi eccessivamente lunghi”.