Sarà scontro al Senato sul disegno di legge anticorruzione sulla norma “salva Penati” e sulla responsabilità civile del magistrato
Sale lo scontro politico dopo l’approvazione del disegno di legge anticorruzione alla Camera. Seppure con la defezione di parecchi deputati, anche il Pdl lo ha votato, ma non sarà così al Senato se il governo porrà la fiducia e se non verranno apportate alcune modifiche. Il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha dichiarato all’indomani dell’approvazione del provvedimento: “Sosterremo la norma già votata alla Camera e invitiamo l’Esecutivo a non porre la fiducia. Se ci sarà da scegliere se stare con il governo o con i cittadini, il Pdl sceglierà di stare con i cittadini e non voteremo la fiducia”. La stessa dichiarazione è venuta da Alfano, Segretario del Pdl, dunque da tutto il Pdl, che al Senato insieme alla Lega ha la maggioranza. I due ex alleati, infatti, stanno concordando una serie di emendamenti che riguardano più temi. In riferimento alla legge elettorale, si sa che il partito di Alfano proporrà il semipresidenzialismo alla francese con relativa legge elettorale che prevede collegi uninominali a doppio turno. La Lega è disposta a sostenere la proposta ma chiede all’ex alleato di sostenere a sua volta il Senato federale formato dalle regioni.
Quali sono le norme del disegni di legge anticorruzione che il Pdl vuole correggere? Sono sostanzialmente due. L prima è la norma salva Penati, il consigliere regionale Pd e segretario particolare di Bersani che dalla procura di Milno viene considerato ricettore di tangenti per conto del partito, su denuncia e confessione di coloro che le tangenti le hanno a suo tempo già versate. Su questo tema la legge approvata alla Camera, secondo il Pdl, dividendo il reato attuale di concussione in due parti, cioè in concussione per induzione e concussione con violenza e minaccia, “Penati gode di una legge ad personam, mentre se fossero state accolte le raccomandazioni dell’Ocse, cioè se fosse stata riportata la concussione all’interno della corruzione, sarebbe stato chiuso definitivamente il processo che si celebra contro Berlusconi”. L’altro tema caro al Pdl al punto da non votare la fiducia al governo e quindi di lasciarlo anche cadere è la responsabilità civile del magistrato. Nel testo approvato alla Camera si introduce la responsabilità civile del magistrato, ma solo indirettamente, cioè il magistrato colpevole non paga i danni personalmente, ma li paga lo Stato che poi potrà (potrà) rivalersi su di lui. Angelino Alfano dice: “Siamo stati scottati dal fatto che il popolo si è pronunciato con un referendum (referendum radicale del 1987 approvato dal popolo con oltre l’80%,ndr) ma è stato tradito dal legislatore. Per noi è giusto il principio che chi sbaglia paga e quindi devono pagare anche i magistrati. Come forse si ricorderà, la responsabilità civile dei magistrati approvata dal referendum citato non fu poi mai inserita nell’ordinamento giudiziario se non per accenni e tortuosità che non configurano nessuna colpa personale.
L’offensiva del Pdl si manifesterà anche con proposte prima del vertice europeo per rafforzare Monti agli occhi della comunità internazionale, ma non ci saranno sconti se il governo non recepirà gli emendamenti prima citati. Se cade il governo, però, non vuol dire che ci saranno le elezioni anticipate. Semplicemente ci potrebbe essere un nuovo governo, magari un Monti bis. Perché allora il braccio di ferro? A giudizio del Pdl c’è bisogno di una sterzata. Tutti i provvedimenti del governo, in sé giustissimi, a favore dell crescita, in realtà non servono a nulla in presenza di una recessione che non lascia speranze. Le risorse ottenute dalle tasse, in realtà, verranno mangiate dal differenziale dello spread sul debito pubblico, dunque ci troveremo di fronte al serpente che si morderà la sua stessa coda.
Non ci saranno elezioni anticipate per il semplice motivo che anche il Pdl, esattamente come il Pd, faranno le primarie in autunno. Sia il Pdl che il Pd sono alle prese con le candidature “vere”, cioà saranno primarie dove si scontreranno personaggi e linee politiche. Bersani ha annunciato la sua candidatura, Alfano anche, ma anche se l’Ufficio di presidenza ha appoggiato Alfano, sono spuntate candidature alternative, come quella di Giancarlo Galan, ex presidente del Veneto, che rappresenta l’anima liberale del Pdl, o quella di Daniela Santanché, a nome della destra, o quella di Stefano Caldoro, più di bandiera (anima socialista) che altro. Al di là di tutto, nel Pdl come nel Pd si nota una ripresa di dibattito e di proposte, che mirano ad una svolta nel rapporto con i cittadini, rapporto più diretto e più vero, in passato mancato nel Pd (le primarie erano già decise, vedi Prodi), e inesistente nel Pdl, tutto basato sul rapporto leader-elettori.