Cos’è che ci rende felici? Altruismo, volontariato, la natura? Vediamo
Nel 2017 gli svizzeri ricoprivano il terzo posto nel World Happiness Report, la classifica dei paesi più felici al mondo che considera fattori politici, economici e sociali. Ma cosa ci vuole per essere felice? È una domanda che impegna l’uomo probabilmente da sempre, e anche scienziati e psicologi sono continuamente alla ricerca di ricette per trovare la felicità. Proprio nel 2017 gli scienziati dell’Università di Zurigo hanno pubblicato i risultati di una ricerca su Nature secondo la quale la chiave per la felicità sarebbe l’altruismo.
“Il cervello è la cartina al tornasole di questo benessere: le aree deputate all’elaborazione dei comportamenti sociali, alla felicità e ai processi decisionali rispondono in modo nettamente più positivo se le azioni che compiamo fanno del bene agli altri!”, viene citato lo studio da Repubblica.
Anche secondo un ulteriore studio, aiutare gli altri porterebbe ad essere più felici. Lo studio, pubblicato nel 2013, da Suzanne Richards della Exeter Medical School, su BMC Public Health, fare volontariato aiuterebbe a stare meglio e addirittura a vivere più a lungo. Secondo i risultati chi fa volontariato mostrerebbe un rischio più basso di morte e di depressione.
Altri studiosi ancora sostengono che la natura abbia il potere di farci stare meglio. “Anche solo passeggiare qualche minuto all’aria aperta fa bene all’ottimismo. Ad affermarlo sarebbe una serie di studi pubblicati nel 2010 su Journal of Environmental Psychology, che, secondo OggiScienza “hanno evidenziato attraverso esperimenti condotti su persone monitorate in spazi interni ed esterni, a contatto o meno con la natura, che il contatto con elementi naturali favorisce il benessere, infondendo un senso di positività nelle persone, anche a prescindere dal fatto di essere soli o in compagnia”.
Uno studio sicuramente più curioso è quello condotto tra il 1993 e il 2006 dal sociologo Tim Wadsworth della University of Colorado Boulder. Wadsworth e il suo team hanno analizzato l’aspetto dei rapporti sessuali e la felicità. Secondo lo studio, non sarebbe fare l’amore in sé a rendere felici, ma sapere di farlo di più degli altri. “Questo – spiega Wadsworth a Cosmopolitan – perché qualsiasi persona a seconda della frequenza dei propri rapporti sessuali è sempre incline a pensare che gli altri, specialmente i suoi amici, in realtà lo facciano con maggiore frequenza. Un pensiero che provocherebbe, sempre secondo le statistiche, circa il 15% in meno di probabilità di dichiarare un alto livello di felicità in queste persone, rispetto a chi ha la consapevolezza di avere una vita sessuale migliore degli altri”.
Non cercare disperatamente
Secondo altri studi, sarebbe proprio la ricerca disperata della felicità a rendere meno felici. Ridere anche quando non ci si sente di ridere o cercare di essere felici quando si ha una giornata che va male, non aiuterebbe ad essere più felici. Questo per il semplice motivo che la felicità sarebbe un’emozione e non un punto conclusivo da raggiungere, quindi uno stato non permanente. Gli esperti consigliano, infatti, di porsi degli obiettivi a breve termine che focalizzano attività invece di emozioni.