Sono sempre più frequenti gli eventi climatici catastrofici come quelli che in questi giorni hanno messo in ginocchio l’Emilia Romagna: urge definire politiche efficaci di adattamento al clima che cambia
Che questo sia un maggio anomalo è chiaro, ma nessuno si aspettava una situazione di allerta di questa entità. La pioggia incessante che si è abbattuta su tutta l’Italia per diversi giorni è risultata catastrofica in alcune zone dell’Italia, in modo particolare in Emilia Romagna, ancora oggi in allerta rossa per l’alluvione che l’ha letteralmente sommersa per via dei 23 fiumi esondati e oltre 400 le strade interrotte. Le zone particolarmente colpite sono 41 comuni soprattutto dalle province di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna. Pare che in poche ore si sia riversata una quantità di pioggia pari a quella che cade solitamente in 6 mesi, che in poche ore ha fatto salire il livello dei fiumi fino a farli esondare. Il bilancio è di 9 morti, oltre 10 mila sfollati e danni irreversibili. Attualmente sono in tutto circa 27.000 le persone senza energia elettrica in Emilia Romagna secondo i dati diffusi da Enel, che prosegue l’impegno della task force di 700 tecnici messa in campo da E-Distribuzione.
“La portata della devastazione del maltempo è quella di un altro terremoto – ha detto, ospite su Rai3, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini -: saranno danni quantitativamente minori, ma saranno di qualche miliardo di euro. Come per il terremoto ricostruiremo tutto: al governo abbiamo detto che abbiamo bisogno di tante risorse, ma anche di norme speditive, c’è bisogno di un commissario straordinario, adempimenti per i lavoratori, per prorogare scadenze, mutui rate, tanti investimenti. Purtroppo abbiamo una grande esperienza in materia. Le istituzioni devono avere l’ossessione di stare vicine alle persone”.
Nonostante le precipitazioni siano momentaneamente assenti, resta attivo l’allerta meteo per via della piena che si sposta. Mentre in provincia di Ravenna nella notte appena trascorsa è stata colpita da diverse esondazioni di vari corsi d’acqua, oggi è il comune di Lugo ad affrontare l’avanzata inarrestabile dell’acqua.
“Questa mattina l’acqua ha iniziato a occupare larga parte dei nostri centri abitati e fra non molte ore occuperà anche pienamente il nostro centro storico. Qualcosa che per Lugo sembrava persino impossibile potesse accadere. Bisogna salire ai piani superiori laddove è possibile farlo, dove non sia possibile bisogna evacuare in tempo cercare ubicazioni alternative alla propria abitazione: andare da parenti o amici ai piani superiori oppure dirigersi con il proprio mezzo verso il palazzetto dello sport in via Sabin dove c’è un punto di accoglienza gestito dalla Croce Rossa. Dove ci sono soggetti fragili o persone che non possono essere spostate o dove ci sono già di strade allagate bisogna chiamare il 115”, ha affermato il sindaco di Lugo Davide Ranalli nell’aggiornamento di questa mattina sulla situazione del maltempo su Facebook.
Alluvioni e catastrofi sempre più recenti
In poco meno di un anno gli episodi di grandi catastrofi climatiche si sono verificati in Italia ad intervalli di tempo sempre più breve. Marche, Ischia ed Emilia Romagna sono state vittime delle ultime calamità naturali che hanno causato ingenti danni e spesso anche vittime, cosa sta succedendo? È possibile che episodi di queste entità stiano diventando una regola?
L’aumento progressivo della temperatura media, le ondate di calore eccessive, le scarse precipitazioni, la fusione dei ghiacciai sono alla base dell’erosione delle nostre riserve d’acqua, di contro, le alluvioni improvvise o le precipitazioni copiose come quelle di questi giorni moltiplicano l’effetto ponendo l’area mediterranea in una posizione particolarmente a rischio per quanto riguarda il cambiamento climatico.
“Non sappiamo ancora quale sarà la prossima regione colpita ma sappiamo che in Italia altri eventi estremi come questi in Emilia sicuramente accadranno”, afferma il climatologo Gianmaria Sannino (Enea) che inoltre avvisa che senza alcun intervento “ciò che adesso è un evento estremo, alla fine del secolo diventerà la norma se non facciamo qualcosa”. In questo scenario bisogna certamente considerare anche l’impatto di questi eventi estremi sui territori urbanizzati, non più idonei a sostenerli, per cui bisognerebbe “aggiornare il modo di progettare, adattarsi alle condizioni nuove, con piani per interventi strutturali e con presidi territoriali in grado di monitorare il territorio intervenendo con tempestività”, afferma il presidente del Consiglio nazionale dei geologi Francesco Violo.
Di fronte allo scenario drammatico di questi giorni, è innegabile che siamo nel bel mezzo di una crisi climatica che investe l’Italia e che rientra più in generale in una crisi globale che mette a dura prova l’intero sistema, per questo motivo necessita urgentemente definire delle politiche efficaci di adattamento al clima che cambia.
Redazione La Pagina