La salute umana è influenzata dai fattori climatici attraverso meccanismi vari e complessi
Il riscaldamento globale costituisce un problema reale con effetti dannosi sulla salute umana oltre che per il futuro del pianeta: le temperature medie globali sempre in aumento, l’innalzamento del livello dei mari derivante dallo scioglimento dei ghiacci artici e l’incremento dei fenomeni meteorologici estremi impongono di adattarsi ad un mondo diverso rispetto a quello attuale con forti ricadute non solo a livello ambientale, ma anche a livello sociale e, soprattutto, sanitario.
“Il cambiamento climatico ha volti e impatti diversi in ogni angolo del pianeta, ma la realtà è uguale per tutti: il momento per cambiare il clima che cambia è ora”, ha dichiarato in una recente intervista sul tema la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi. Posto dunque che anche il clima e le condizioni meteorologiche esercitano un’azione diretta sull’organismo umano, quali ripercussioni dovremmo attenderci dai cambiamenti climatici in atto? Gli impatti influenzano l’alimentazione, l’approvvigionamento di acqua ma anche il riproporsi di alcune malattie diffuse da zecche e zanzare tigre, tanto che l’organizzazione Mondiale della Sanità stima che tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico potrebbe causare circa 250.000 ulteriori morti l’anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore. Benché, infatti, la risalita delle temperature medie globali possa presentare dei vantaggi a livello locale in alcune zone della Terra, soprattutto quelle più fredde, gli effetti complessivi saranno ampiamente negativi. In particolare l’aumento di frequenza e intensità delle ondate di calore come quelle registrate quest’anno potrebbe causare un aumento esponenziale dei decessi: dai 2.700 del periodo 1981-2010 a 151mila circa tra il 2071 e il 2100. Le alte temperature, inoltre, alzano anche i livelli di ozono e altri inquinanti, peggiorando le malattie respiratorie e cardiovascolari. Si estenderà anche la diffusione dell’asma, con l’aumento della diffusione di pollini e altri allergeni favorito dal caldo estremo.
Uno studio del Centro comune di ricerca della Commissione europea pubblicato sulla rivista Lancet Planetary Health, indica che nei prossimi 30 anni le ondate di calore potranno diventare la causa ambientale principale di morti premature nei paesi meridionali dell’Ue. A colpire la salute degli esseri umani saranno anche le catastrofi naturali. A livello globale, il numero di disastri legati al clima è più che triplicato dal 1960: disastri che si traducono in oltre 60.000 morti, principalmente nei paesi in via di sviluppo. “In futuro si conteranno sempre più eventi catastrofici, che colpiranno abitazioni, strutture sanitarie e altri tipi di servizi essenziali. Ciò aumenterà i rischi per la salute, in particolare per quanto riguarda le malattie trasmissibili”, ha precisato l’Oms. “Soprattutto le infezioni più pericolose appaiono sensibili alle variazioni climatiche. La distribuzione spaziale, la stagionalità, l’incidenza e anche la gravità potranno risultare alterate”, conferma uno studio pubblicato sulla rivista Nature e curato da un gruppo di ricercatori dell’università di Liverpool. A conferma il verificarsi di casi di antrace in Russia: la malattia, scomparsa da decenni, fece registrare un picco sospetto tanto da indurre alcuni scienziati a fare delle approfondite ricerche.
Ebbene venne fuori che a scatenare l’infezione possa essere stato un cadavere di renna: l’animale era morto proprio di antrace e la sua carcassa era rimasta intrappolata nei ghiacci per decenni, fino a quando la risalita delle temperature non ne ha provocato lo scioglimento. La fusione della calotta potrà interessare nei prossimi decenni strati rimasti ibernati per centinaia di anni, se non per millenni, liberando batteri e virus che nel corso del tempo sono rimasti ibernati. Ad essere più esposte sono le nazioni più vulnerabili, ma gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute riguarderanno il mondo intero. A confermarlo è il Medical Society Consortium on Climate and Health (Mscch) americano, in un rapporto nel quale si sottolinea come siano destinati a crescere in tutto il mondo i casi di patologie respiratorie e cardiache. “Già oggi negli Stati Uniti gli specialisti rilevano un incremento delle malattie legate ai cambiamenti climatici”, ha spiegato Mona Sarfaty, medico e direttrice del consorzio. E gli europei non saranno esenti da conseguenze: Marie McIntyre, dell’università di Liverpool, ha sottolineato che “un gran numero di agenti patogeni sensibili ai fattori climatici si trova proprio nel Vecchio continente”.