Uno studio del professor Joe Forgas, docente di Psicologia all’Università di Sidney, in Australia
La rabbia, si sa, è sempre stata considerata come un aspetto negativo dell’animo umano, opposto alla gentilezza e alla disponibilità ritenuti, a giusta ragione, aspetti positivi in quanto favoriscono la collaborazione, la socialità, l’armonia. Ora, però, c’è chi, come il professor Joe Forgas, docente di Psicologia alla University of New South Wales di Sidney (Australia), rivaluta sia la rabbia che il cattivo umore. In poche parole, arrabbiarsi fa bene perché migliora la nostra capacità di ragionare. Difficile da credere? Eppure è così. La rabbia, infatti, stimola la produzione di ormoni che sono in grado di fare il miracolo prima citato. A condizione, evidentemente, che la rabbia sia limitata nel tempo. Nessuna esagerazione, dunque: non è vero che la rabbia ci offusca la mente, ma è vero il contrario, rende la mente più pronta ad elaborare soluzioni e risposte.
Il professor Forgas ha osservato come gli studi sulle emozioni si trovino d’accordo sul fatto che la gentilezza e la bontà d’animo uniscano le persone, mentre il contrario allontana, tanto è vero che la natura ha fatto ricorso al buon umore e all’allegria per migliorare la collaborazione tra la gente, specialmente in un periodo, come quello molto antico, in cui c’era più bisogno di unità per difendersi dalla natura stessa e dalle difficoltà esterne. Tanto per essere più chiari. Qual era l’esigenza primaria dei primi nuclei umani (ma anche animali)? Era quella di trovare il cibo per sfamarsi e sopravvivere. Ebbene, cercare cibo insieme, unendo le forze, era più facile, dunque la disponibilità verso gli altri ha compiuto questo miracolo che spesso si trascura di notare.
Ciò premesso, il professor Forgas ha studiato l’aspetto contrario, chiedendosi perché la natura ha dotato l’uomo di quest’aspetto positivo, ma anche dell’aspetto negativo, la rabbia, appunto. Ecco le sue parole: “Sappiamo a che cosa serve il buon umore. La rabbia, invece, quale funzione ha? La risposta è che i momenti di malumore e di collera influenzano il funzionamento delle ghiandole surrenali. Si tratta di ghiandole che si trovano nell’addome, sopra i reni, e che producono due ormoni importanti: l’adrenalina e il cortisolo. Ebbene, nei momenti di rabbia la produzione di adrenalina e cortisolo aumenta all’improvviso. Entrambi risvegliano la prontezza fisica ma esercitano la loro azione anche all’interno del cervello: infatti stimolano la parte sinistra del nostro organo principale, quella che regola il pensiero logico, la capacità di ragionare. Il risultato è che, sotto la spinta delle forti quantità di adrenalina e di cortisolo che il nostro corpo produce quando siamo arrabbiati, diventiamo capaci di pensare più in fretta: questo ci aiuta consentendoci di mettere subito a fuoco i problemi e di trovare le soluzioni. E c’è di più: poiché il cortisolo e l’adrenalina aumentano l’attività della cosiddetta “area di Wernicke”, la zona del cervello che ha a che fare con il linguaggio, quando ci arrabbiamo migliora anche la nostra capacità di esprimere i desideri in maniera chiara e immediata”.
Come è stato possibile verificare questi risultati. Semplice: sono stati effettuati esperimenti con la collaborazione di volontari che sono stati sottoposti a dei test di logica e di matematica per misurarne l’abilità nel ragionare. L’esperimento è stato spezzato in due fasi. Nella prima i test sono stati affrontati in condizione di serenità e di rilassamento, nella seconda in condizioni opposte. Prima della prova i volontari sono stati provocati suscitando in essi sentimenti di rabbia. I risultati sono stati quelli ipotizzati. Le prove migliori sono state quelle eseguite in condizioni di rabbia. Aggiunge il professor Forgas: “Mentre pensavano alle risposte dei test, noi li sottoponevamo alla Tomografia a emissione di positroni, detta anche pet (Positron Emission Tomography), una strumentazione che permette di verificare quali zone del cervello lavorano di più, momento per momento. E l’esame ha confermato che, nei nostri volontari, le zone del cervello preposte al pensiero logico erano molto più “attive” quando essi erano arrabbiati”.
La conclusione, dunque, è chiara. Resta da precisare che se la rabbia aiuta a individuare problemi e a trovare immediatamente soluzioni, essa diventa positiva solo a condizione che sia limitata nel tempo, altrimenti diventa pericolosa perché fonte di stress.