Nel 2014 si sono registrate 3.1% di nascite in più, in calo decessi e divorzi
Negli ultimi 9 anni le nascite sono state in constante aumento, i matrimoni sono in voga, si divorzia meno e si registrano meno decessi, nonostante le persone raggiungano un’età avanzata. Lo rivela l’Ufficio federale di statistica (UST) che ha presentato le cifre definitive per il 2014. Le nascite sono state di 85.300, il 3.1% (2.600) in più rispetto al 2013. Più nascite si sono registrate l’ultima volta nel 1992. La Svizzera, secondo l’UST, è l’unico paese in Europa a conoscere un simile progresso. Soprattutto nel sud dell’Europa le nascite sono crollate a causa della crisi economica, ad esempio in Portogallo sono diminuite del 25% dal 2005. L’incremento è stato più marcato tra i maschi (43.900) rispetto alle femmine (41.400) con un rapporto di 106 a 100. La crescita è da ricondurre all’aumento della popolazione, poiché l’indicatore di fecondità è rimasto stabile a 1.5 bambini per donna con un’età media delle mamme di 31.7 anni al momento del parto. Il numero di nascite al di fuori del vincolo di matrimonio è aumentato, ma con il 22% la Svizzera è agli ultimi posti in confronto ai paesi europei. In questi casi la maggior parte dei padri riconosce la paternità volontariamente e solo poche volte risultano dopo una sentenza del tribunale.
La statistica rivela che si celebrano più matrimoni e che si ricorre meno al divorzio. Nel 2014 il numero di matrimoni è aumentato del 5.3% a 41.900. Una crescita che interessa le coppie svizzere, miste e straniere. Soltanto nei cantoni Ticino, Svitto e Nidvaldo sono diminuiti. In leggero aumento anche le unioni domestiche che sono state 720 (+3.9%). Il cantone Nidvaldo è l’unico senza un’unione domestica registrata. L’UST fa osservare che la crescita è merito delle donne, che richiedono il matrimonio più degli uomini. In controtendenza ai matrimoni i divorzi, che dal 2006 sono in diminuzione: 16.700 nel 2014, quasi 400 in meno all’anno precedente.
In diminuzione anche i decessi, sebbene le persone raggiungano un’età veneranda e di conseguenza, il rischio di morire è più alto. Secondo la statistica sono morte 63.900 persone, l’1.6% in meno. Si è allungata invece la speranza di vita ed è diminuito lo scarto tra le donne e gli uomini di 1.5 anni a fronte del 2001. La speranza di vita tra gli uomini si è allungata a 81 anni (+0.5) e tra le donne a 85.2 (+0.4).
Gaetano Scopelliti