Ecco come si decide di prostituirsi a 14 anni. Gli indagati e la richiesta di patteggiamento
Non si è ancora conclusa la vicenda giudiziaria che negli ultimi tempi ha sconvolto l’Italia perché vede coinvolte in un giro di prostituzione due ragazze, appena adolescenti, e decine di uomini d’affari, noti e meno noti, che incontravano le ragazze per prestazioni sessuali in un appartamento del quartiere bene di Roma, i Parioli. Le ragazze, conosciute nell’ambiente come Azzurra e Aurora, rispettivamente di 14 e 15 anni, desideravano avere “indipendenza economica”, o almeno qualche soldo in più da maneggiare. E per questo motivo avevano cercato un lavoretto adatto a loro, ma hanno finito per lasciarsi tentare dalla prospettiva di un guadano facile. «Stavamo cercando di fare un lavoretto che fosse adatto un po’ alla nostra età – racconta Azzurra, la più piccola delle ragazze – Per esempio le dog sitter.
Quando la mia amica mi ha parlato della prostituzione perché aveva conosciuto Nunzio Pizzacalla cliccando su una proposta “lavorare poco, guadagnare tanto” – ricorda – Io le ho detto “ma cosa fai? Sei scema?”». Poi l’amica, Aurora, ha cominciato a guadagnare tanto. E allora – ammette – «pur essendo confusa, piano piano, alla fine mi sono fatta un po’ trascinare». Nunzio Pizzacalla e Mirko Ieni sono ritenuti gli ideatori del giro di prostituzione che gravitava ai Parioli e che riguardava anche delle maggiorenni. Erano loro che organizzavano appuntamenti, prendevano contatti e “istruivano” le giovani ragazze. “Svuotavo la testa e dicevo ‘tanto è un’ora, poi è finito. Non ero felice ma volevo l’indipendenza economica. Cercavo di mettermi nei panni di una persona che stava facendo un lavoro normale”. La ragazzina ammette che le prime volte era molto impaurita. “Che gente mi capita? – si domandava – E se ti violentano? Poi piano piano ho capito che erano tutti deficienti”. Sono questi gli stati d’animo delle ragazze quando decidono di intraprendere questa strada.
E la famiglia? A quanto pare le due ragazze coinvolte hanno alle spalle situazioni famigliari difficili, fatta di condizioni particolari e disagi. La 15enne, Aurora, dopo che è stata scoperta è stata cacciata da casa e costretta a dormire sulle scale di casa perché la madre non ha più voluto avere rapporti con lei. La 14enne, invece, vive una situazione ancora più deplorevole poiché la madre, indagata per sfruttamento, riceveva 100 € al giorno dalla figlia. «Le avevo detto che spacciavo non che mi prostituivo – ripete Azzurra convinta di poter salvare la situazione della madre, come se fosse normale per una madre accettare che una figlia traffichi in droga – le davo cento euro al giorno. In casa non è mai stato facile, mio fratello sta male, è iperattivo e ha problemi. Ha avuto un periodo di debolezza, ma non ci ha mai fatto mancare niente, è stata sempre una brava mamma». La donna è ora agli arresti domiciliari per aver speculato sulla figlia ed ha il divieto di aver contatti con la ragazzina che nel frattempo vive sotto tutela di una casa famiglia. Le due ragazzine erano entrate in un giro serio fatto di incontri, che avvenivano anche più volte al giorno, con una cinquantina clienti diversi, 20 dei quali sono indagati. Tra questi appaiono nomi conosciuti e facoltosi, dirigenti e manager di importanti istituzioni, tra cui ha fatto scalpore il nome di Mauro Floriani, dirigente di Trenitalia e marito della senatrice di Forza Italia Alessandra Mussolini. Duro colpo per la Mussolini. Proprio lei che ha sempre avanzato dure proposte, come la castrazione chimica, contro chi abusava di minorenni! Alessandra Mussolini all’inizio non ha retto il colpo e pare che abbia buttato fuori di casa il marito, ma poi ha deciso di stargli accanto tanto che negli ultimi tempi la coppia sembra trascorrere serenamente del tempo insieme in famiglia.
Floriani ha ammesso gli incontri ma ha cercato di sgravare le accuse a suo carico: «È vero, sono stato con lei un paio di volte, ma certamente non immaginavo che avesse 15 anni» ha detto ai magistrati. Tra gli indagati apparirebbe anche il figlio di Nicola Bruno, figlio del deputato di Forza Italia Donato. Nel frattempo però si è diffusa la notizia che molti indagati avrebbero richiesto uno sconto di pena per patteggiamento. Cinque mesi e dieci giorni di carcere o una pena pecuniaria di 40 mila euro (cifra decisa calcolando 250 euro per ogni giorno di carcere), sarebbe questo in definitiva il trattamento che spetterebbe agli indagati che accetterebbero il patteggiamento, ma solo per gli indagati incensurati e i frequentatori occasionali delle due ragazze. Chi dovesse scegliere di pagare, dovrà rispettare certe condizioni quali, divieto di allontanarsi dal Comune di residenza; obbligo di firma in commissariato o presso la stazione dei carabinieri; divieto di detenere a qualsiasi titolo armi, munizioni ed esplosivi, anche se è stata concessa la relativa autorizzazione di polizia; sospensione della patente di guida; ritiro del passaporto e di tutti gli altri documenti validi per l’espatrio. Gli inquirenti romani fanno sapere di non aver dato assenso al patteggiamento e quindi non sarà facile per i clienti uscire dal caso soltanto pagando 40mila euro.