Un video rivela come un bambino di 15 mesi non gioca perché potrebbe infastidire un altro
L’Istituto per apprendimento e scienze del cervello dell’Università di Washington ha pubblicato su YouTube un video davvero sorprendente. Con questo video l’Istituto dimostra la teoria dei ricercatori che un bambino di 15 mesi può già capire se qualcuno è arrabbiato e adattare il suo comportamento di conseguenza.
Lo studio, pubblicato a settembre nel giornale Cognitive Development, consisteva in questo: Il piccolo Adrien, di 15 mesi, è seduto ad un tavolo sulle gambe della mamma, di fronte ha uno dei ricercatori che gioca in modo rumoroso con una collana di perle mostrando il gioco a Adrien. Improvvisamente entra un altro ricercatore e si siede accanto all’altro, mentre il primo ricercatore continua a fare rumore con le perle, il secondo si dimostra infastidito dal rumore del gioco. Ora tocca al piccolo Adrien decidere se giocare con le perle e quindi fare rumore o no. Si vede che Adrien vorrebbe giocare, ma si rende conto che potrebbe disturbare l’adulto e quindi cosa fa? Nonostante le perle siano sul tavolo proprio davanti a lui, Adrien abbassa la testa e non le tocca. Quando però il secondo ricercatore esce dalla stanza, Adrien “fa una pausa, guarda sua madre (chiamato ‘riferimento sociale’) e gioca con le perle. È stato carino”, scrivono i ricercatori.
Adrien è solo uno dei partecipanti, lo stesso esperimento è stato fatto con 149 bambini e bambine di 15 mesi, usando inoltre diversi oggetti. I ricercatori parlano della prima prova della teoria, che un bambino piccolo può capire se qualcuno è arrabbiato e adattare il suo comportamento per non disturbare la persona arrabbiata. “I bambini possono sorvegliare quello che fai, e pensarci, pianificare e regolare le proprie azioni di conseguenza”, spiega Dr. Andrew Meltzoff, co-direttore dell’Istituto, alla Huffington Post. “La cosa interessante è che tutto questo lo sanno fare senza l’aiuto della lingua. Avevano tutti solo 15 mesi, quindi erano troppo piccoli per parlare in frasi complete”. Tutti i bambini erano seduti sulle gambe di un genitore. In alcuni casi il ricercatore infastidito ha guardato direttamente il piccolo, mentre in altri casi mentre si lamentava guardava solo su una rivista. Così i ricercatori hanno scoperto che, quando il ricercatore li guardava direttamente in faccia, i piccoli ci mettevano più tempo per toccare il giochino, che quando invece non li guardava.
“Siamo sorpresi dalla sofisticatezza dei piccoli. In un certo senso apprendevano tramite l’ascoltare di nascosto dalle azioni di altre persone – spiega ancora Meltzoff alla Huffington Post e continua – I risultati dello studio mi fa guardare i bambini in un modo nuovo”. Meltzoff inoltre ha spiegato che in nessun momento dell’esperimento i bambini sono stati sottoposti a situazioni imbarazzanti o messi a disagio, neanche la rabbia sarebbe mai stata rivolta direttamente ai piccoli. I bambini avrebbero semplicemente osservato un adulto che esprime rabbia.
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Non è colpa loro che sono egoisti
Gli scienziati hanno esaminato il comportamento e le scansioni del cervello di bambini mentre giocavano con altri bambini. Ai bambini veniva data una ricompensa e venivano spinti a dividere questa con gli altri. Il risultato è stato che “anche se bambini piccoli capivano che la condivisione era a beneficio dell’altro, non erano capaci a resistere alla tentazione di prendere la decisione ‘egoista’ di tenere il più possibile della ricompensa per se stessi”. Ma: per fortuna il cervello e anche i piccoli maturano “Le scansioni del cervello hanno rivelato una regione che matura con la capacità di prendere decisioni meno egoiste”, spiega lo studio.