Il leader di forza Italia è di nuovo candidabile. 15 giorni di tempo per presentare opposizione alla decisione
Sarà nuovamente candidabile e potrà di diritto correre per le elezioni. A stabilirlo il Tribunale di Sorveglianza di Milano che decide di fatto di cancellare le conseguenze della condanna del 2013 legata al processo sul diritti Mediaset che aveva fatto scattare l’incandidabilità per l’ex premier prevista dalla cosiddetta legge Severino. Dalle fonti giudiziarie emerge che il Tribunale di Sorveglianza di Milano, dopo la condanna per frode fiscale nel processo relativo ai diritti tv Mediaset, ha concesso la riabilitazione poiché ha dato atto dell’espiazione della pena e dei risarcimenti alle parti civili. Inoltre, si legge nel provvedimento di 4 pagine, che si dà atto anche della ‘buona condotta’ del leader di Forza Italia.
Un requisito necessario per concedere la riabilitazione che estingue le pene accessorie e ogni altro effetto della condanna, inclusa la legge Severino, e restituisce all’ex premier la possibilità di candidarsi alle elezioni. Nulla importa se Berlusconi sia ancora coinvolto nel processo per il caso Ruby, considerato non ostativo per il principio costituzionale di non colpevolezza.
In pratica, secondo le regole della riabilitazione, denunce e processi per fatti successivi alla sentenza (a cui si riferisce l’istanza) non sono per legge automaticamente ostativi alla concessione della riabilitazione, ma sono valutati caso per caso dal Tribunale per trarre elementi di convincimento rispetto al giudizio complessivo. Secondo il provvedimento in cui si spiega la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano e in cui si fa riferimento a tre relazioni di servizio delle questure di Milano e Roma e dei carabinieri di Arcore, Berlusconi avrebbe rispettato i criteri necessari risarcendo il danno e mettendo in atto una ‘buona condotta’ (rapportata e valutata alla luce della gravità del reato commesso) per il periodo intercorso dalla condanna del 2013 (quattro anni di reclusione, di cui tre coperti da indulto) fino alla scadenza dei tre anni che la legge prevede debbano trascorrere dall’espiazione della pena.
I primi commenti che arrivano dalla coalizione centrodestra e da FI sono tutti entusiastici, a cominciare dal leader della Lega, Matteo Salvini, impegnato con la creazione del governo giallo-verde, che davanti alla notizia ha affermato “Berlusconi che torna candidabile è una buona notizia per lui, e ne sono davvero felice, e soprattutto per la democrazia”. Soprattutto da FI giungono i commenti solidali, “Giustizia è fatta – afferma Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera -. Un calvario durato 5 anni che non ha permesso al presidente Berlusconi di essere candidato come milioni di italiani gli chiedevano. Ora l’Italia potrà contare ancora di più su di noi”. “Si conclude dopo cinque anni un calvario giudiziario, politico e umano che ha impedito al leader del centrodestra di essere in campo in prima persona”, commenta invece Annamaria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato.
‘Nessuno mi ripagherà degli anni di sofferenza e di veleni e di aver privato gli italiani del leader in cui si riconoscevano’ ha affermato il diretto interessato dopo la sentenza arrivata venerdì 11 maggio scorso. Per il Cavaliere, infatti, la riabilitazione e la conseguente agibilità politica recuperata non sarebbe nulla rispetto a quello che ha subito in questi anni, fino alle ultime politiche del 4 marzo scorso. Ciononostante, la sua riabilitazione non cambia nulla rispetto alla trattativa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio per formare un governo giallo-verde. Sicuramente il leader di Forza Italia non rimarrà a lungo lontano dall’Aula, anche perché in mancanza di voto anticipato, come spiega Adnkronos, l’ex premier potrà tentare di entrare subito in Parlamento grazie alle elezioni suppletive, previste dal Rosatellum, ovvero quelle che si tengono ogni qualvolta un parlamentare si dimette in un collegio uninominale.
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