La procura di Cremona scuote il calcio italiano. Emessi in totale 19 provvedimenti di custodia cautelare. Nell’ambito dell’ultima tranche dell’inchiesta Last Bet, l’organizzazione internazionale che negli ultimi due anni ha messo le mani sul calcio italiano, truccando gare di serie A e serie B per scommettere, il Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato ha eseguito in tutta Italia arresti e perquisizioni. Dei 19 provvedimenti, 10 riguardano ex giocatori e calciatori di A, B e Lega Pro. In carcere sono finiti nomi di spicco: Stefano Mauri, capitano della Lazio, Omar Milanetto, ex capitano del Genoa e Christian Bertani, centravanti della Sampdoria. Al centro dell’indagine c’è una serie di partite di A e B del campionato 2010-2011 truccate dall’organizzazione. In manette anche cinque cittadini ungheresi, che sono ritenuti i referenti del boss singaporiano Eng Tan Seet.
Il calcioscommesse ha investito anche la Nazionale. La Polizia si è presentata lunedì nel ritiro della Nazionale per perquisire la stanza dell’ex difensore del Genoa, oggi allo Zenit San Pietroburgo, Domenico Criscito, che è indagato per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Agli atti delle indagini il resoconto di un summit in un ristorante genovese, il 10 maggio 2011, prima di Lazio-Genova. Presenti all’incontro, documentato dalla polizia, Domenico Criscito, Giuseppe Sculli, un pregiudicato bosniaco e due dei maggiori esponenti degli ultrà del Genoa. Criscito respinge le accuse, definendo l’incontro casuale. Con gli ultrà si è discusso solo sul derby della domenica prima. Dopo le accuse di Filippo Carobbio, ex giocatore del Siena, l’allenatore della Juventus campione d’Italia, Antonio Conte, è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e nei suoi confronti sono state eseguite perquisizioni nella sua casa di Torino. La polizia ha sequestrato il computer e l’iPhone del tecnico bianconero, che rischia fino a tre anni di squalifica. Carobbio ha accusato Conte di essere stato d’accordo sul risultato di due partite: Novara-Siena del 30 aprile del 2011 e Siena-Albinoleffe del 29 maggio 2011, quando Conte era l’allenatore dei toscani. “Ci fu un accordo per far finire la gara in parità. Ne parlammo anche durante la riunione tecnica e lo stesso allenatore, Antonio Conte, ci disse che potevamo stare tranquilli poiché avevamo già raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio”, ha detto Carobbio nei verbali. In una conferenza stampa insieme al presidente Agnelli, Conte ha ribadito l’estraneità ai fatti, sua e dei suoi giocatori.