Il Paese baltico festeggia il suo primo secolo
L’atto di indipendenza porta la data del 16 febbraio 1918: esattamente un secolo fa, il paese baltico si rese indipendente dopo anni di occupazione polacca, russa e tedesca, assaporando la libertà nazionale.
Un evento da festeggiare in…cento…modi diversi tra eventi, mostre, concerti, manifestazioni e spettacoli di ogni tipo.
Chi sceglierà di visitare la Lituania in questo periodo potrà così godere dei suoi famosi laghi, parchi e castelli resi ancora più affascinanti dall’atmosfera antica che la città ha voluto recuperare e ricucirsi addosso per festeggiare la grande ricorrenza. Così, per le vie di Vilnius, la capitale lituana, si potrà assistere ad un ritorno al passato, a quel febbraio del 1918, grazie alla ‘Macchina del Tempo’: le insegne e i cartelli pubblici saranno sostituiti con quelli di 100 anni fa, nei ristoranti saranno serviti piatti e specialità d’epoca e i musicisti suoneranno dal vivo le melodie e le canzoni della fine della prima guerra mondiale.
Oltre a questa particolarità, la capitale della Lituania offre molto altro ai turisti: è infatti rinomata per l’architettura barocca, apprezzabile soprattutto nella medievale città vecchia. Il suo centro storico barocco, che si snoda tra la Piazza della Cattedrale e quella del Municipio, il Quartiere ebraico e la ‘Repubblica indipendente’ di Uzupis, è tra i più estesi e meglio conservati d’Europa ed è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Ad incantare i turisti un susseguirsi di palazzi, piazzette, chiese di ogni culto e di diversi stili armoniosamente amalgamati tra loro, dal gotico al barocco, dal rinascimentale al neoclassico. Molte le chiese e i luoghi religiosi di ogni culto: quelli da non perdere sono sicuramente la Cattedrale, la Chiesa di Sant’Anna e la Sinagoga nel Ghetto.
La cattedrale, dedicata ai Santi Stanislao e Ladislao, fu costruita tra il 1779 e il 1793 in austero stile neoclassico, con un portico a 6 colonne e un frontone su cui è rappresentata la scena del sacrificio di Noè di ritorno dal diluvio. Molto singolare il campanile staccato dalla Cattedrale.
Tra la Cattedrale e il Campanile c’è la Stebuklas (il miracolo), una pietra che secondo la leggenda esaudisce i desideri se gli si gira 3 volte intorno. La Chiesa di Sant’Anna, forse la più bella di Vilnius, è il dono che il Re Vytautas volle fare alla propria moglie Anna. La prima costruzione risale al 1394, ma l’attuale chiesa è il risultato dei cambiamenti apportati nel 1582 e poi nel 1900. Bell’esempio di gotico-fiammeggiante, la Chiesa di Sant’Anna, con i suoi mattoni rossi e le sue due torri, è ormai una delle cartoline fotografiche di Vilnius; pare addirittura che Napoleone, durante la Campagna di Russia abbia espresso il desiderio di ‘portarla in Francia sul palmo della sua mano’.
Nel 1941 la capitale lituana era chiamata anche ‘Gerusalemme della Lituania’ per la consistente presenza di ebrei intellettuali. Per poterli controllare i nazisti costruirono il Grande e il Piccolo Ghetto che insieme contenevano 40000 ebrei.
Gran parte dei palazzi del quartiere ebraico, spopolato dai suoi legittimi cittadini, oggi ospita istituzioni che ricordano quel periodo: la Comunità Ebrea della Lituania, il Museo dedicato a Vilna Gaon (saggio ebreo famoso in tutto il mondo) e il monumento dedicato a Tsemakh Shabad, leggendario medico del ghetto. La Grande Sinagoga fu interamente distrutta prima dalla guerra e poi dai sovietici, quindi resta da visitare solo la bella Sinagoga Corale in stile moresco. Da visitare anche il Museo delle Vittime del Genocidio, situato in quella che un tempo era la sede del KGB.