Scopriamo le vette svizzere e un passo in cui si può godere di panorami mozzafiato e di un po’ di frescura
Dobbiamo ringraziare il caldo che ci ha attanagliato nelle ultime settimane per aver avuto un risvolto positivo. Durante la ricerca dell’agognata frescura abbiamo scoperto quanto è piacevole fare una gita verso le nostre Alpi in totale contatto con la natura.
Per allontanarci da una bollente Zurigo, ci siamo diretti verso il passo del Klausen, altezza quasi 2000 metri sul livello del mare. Abbiamo lasciato il Canton Zurigo per dirigerci verso il Cantone Glarus, a sud, abbandonando l’altopiano svizzero e avvicinandoci sempre più alla maestosità delle Alpi. Dopo Glarus la strada inizia a serpeggiare e salendo si entra in quello che è l’alpeggio più vasto della Svizzera. Sulla destra svetta il massiccio delle Alpi Glaronesi con la presenza di numerosissime e corpose cascate. Nei prati centinaia di mucche sono al pascolo e spesso, non solo nei prati ma anche sulla carreggiata a dimostrazione che questo luogo è il loro e la nostra presenza passa sicuramente in secondo piano. Ancora pochi chilometri in una natura suggestiva e si inizia a vedere la neve; inizialmente come piccole lingue bianche, poi come veri e propri muri stratificati. Siamo arrivati al valico, esattamente a 1952 metri. La temperatura è sempre di 28 gradi ma quello che fa la differenza è ciò che ci accoglie: un piccolo pupazzo di neve, formato da qualche turista fantasioso, dimostra quanto il meteo di quest’anno sia stato particolare. Con queste temperature la neve, sedimentata a strati durante l’inverno, da ghiacciata si sta sciogliendo e oltre al paradosso di trovare un pupazzo di neve a luglio, vediamo anche ombrelloni piantati proprio nelle zone bianche ombreggiate con tanto di sdraio: la tintarella, qui, si prende anche così. Tra il fresco che trasmette la neve e il profumo dei tantissimi fiori nei campi assolati.
Molte famiglie lasciano l’auto al parcheggio del passo per affrontare a piedi i sentieri per il trekking mentre altri visitano la piccola chiesa da dove si può ammirare un panorama straordinario. A pochi metri c’è anche il Klausenpasshoehe per soggiornare ad alta quota. Dal sito dell’hotel si evince che una camera doppia costa 112 chf a notte, colazione compresa. Ottime le recensioni da Trip Advisor. Potrebbe essere una buona soluzione per un week end e per un’immersione completa nel fascino delle montagne svizzere. C’è anche la possibilità di scendere sul versante opposto, nel Canton Uri, arrivando in poco tempo al paese natio di Guglielmo Tell – Bürglen. Qui c’è la possibilità di visitare il museo a lui dedicato dove si possono vedere una raccolta di documenti, rappresentazioni e oggetti storici elaborati in oltre sei secoli sull’eroe dell’indipendenza svizzera.Una leggenda narra della diatriba sul confine tra Uri e Glarona: nel 1300 i due cantoni concordarono che al primo canto del gallo due corridori sarebbero partiti dai rispettivi cantoni, per definire il confine nel punto in cui i due si sarebbero incontrati. I glaronesi decisero di nutrire bene il proprio gallo, gli Urani non diedero invece niente da mangiare al loro gallo. Il risultato fu che il gallo glaronese dormì troppo, mentre invece il gallo urano, affamato, cantò troppo presto la mattina, tanto che il corridore urano attraversò l’intero alpe di Urnerboden prima ancora che il corridore di Glarona potesse partire. In risposta ai reclami dei Glaronesi, l’Urano accettò di spostare il confine fino a dove il corridore glaronese sarebbe riuscito a trasportarlo sulle spalle, e il confine attuale sarebbe proprio nel punto in cui il corridore glaronese, sfinito, cadde a terra, morto.
Gloria Bressan