A confronto con gli anni precedenti, il censimento effettuato nel 2014 dall’upi – Ufficio prevenzione infortuni – evidenzia un risultato quasi invariato: il 43% dei ciclisti indossa il casco di propria volontà. Tuttavia, nei bambini il tasso ha registrato un ulteriore calo. A due anni dall’introduzione del casco obbligatorio, nelle e-bike veloci è arrivata già all’89%
La percentuale di uso del casco tra i ciclisti, pari al 43%, è complessivamente scesa leggermente rispetto all’anno passato in cui è stato rilevato un tasso record pari al 46% (2012: 43% / 2011: 40%). Questo calo è riconducibile soprattutto agli uomini tra 33 e 44 anni che nel tempo libero hanno usato meno spesso il casco.
Nei bambini fino ai 14 anni, invece, quest’anno la percentuale è scesa al 60% (2013: 63% / 2012: 68%), si sta dunque delineando una tendenza preoccupante. I bambini in bicicletta sono esposti a un maggiore rischio d’incidente, a causa delle capacità cognitive e motorie non ancora pienamente sviluppate e della mancanza di esperienza nella circolazione stradale. Pertanto, per loro è ancora più necessario proteggersi la testa. Nel 2012 il Parlamento ha respinto l’introduzione del casco obbligatorio per i bambini in bicicletta, giustificando la sua decisione tra l’altro con le statistiche che indicavano un incremento dell’uso del casco anche senza obbligo legale.
Nel caso delle biciclette elettriche, sempre più apprezzate (soprattutto dalle persone anziane), il tasso d’uso raggiunge il 69% (2013: 74%). Il 1° luglio 2012 è stato introdotto l’obbligo di portare il casco sulle e-bike veloci (con pedalata assistita dai 25 ai 45 km/h). A distanza di due anni, la quota d’uso osservata per questa categoria di biciclette è già dell’89%. Quanto alle bici elettriche lente, il Consiglio federale raccomanda, in linea con l’upi, di indossare comunque e sempre un casco omologato EN 1078 per la massima sicurezza.
Poiché l’utilità del casco bici ai fini della sicurezza è scientificamente provata, l’upi continuerà a svolgere iniziative di sensibilizzazione per promuovere l’uso volontario e corretto del casco. Infatti, il rischio di riportare lesioni gravi alla testa si riduce soltanto se il casco calza perfettamente: due dita traverse sopra la radice del naso, passanti laterali ugualmente tesi, tra mento e sottogola spazio per un dito.
“Attenzione: la bicicletta elettrica è più veloce di quanto si pensa”.
Ogni anno in Svizzera si registrano più di 3’000 infortuni tra i ciclisti e gli e-biker. Nonostante il numero complessivo di feriti diminuisca leggermente, è in aumento quello dei feriti gravi. In particolare tra le persone che usano le biciclette elettriche il numero di infortuni tende a crescere. Per questo motivo l’assicurazione malattie Visana e l’Ufficio prevenzione infortuni upi, hanno lanciato il 1° giugno 2014 la seconda ondata della loro campagna di sensibilizzazione.
L’upi e Visana si sono subito trovati d’accordo: se si considerano le cifre degli infortuni in aumento (2013: 4 morti, 114 feriti gravi), il boom inarrestabile delle vendite di e-bike (in Svizzera finora sono state vendute quasi 240’000 biciclette elettriche) e la buona risonanza ottenuta l’anno scorso dalla campagna di prevenzione, ci si rende conto che è nell’interesse di tutti segnalare anche quest’anno alla popolazione i pericoli delle biciclette elettriche. Uno dei motivi principali dell’aumento degli infortuni gravi è dovuto al fatto che si tende a sottovalutare l’alta velocità delle e-bike. Con questa seconda campagna, Visana e upi intendono rendere la popolazione più consapevole dell’elevata velocità delle biciclette elettriche. Anche quest’anno il messaggio principale è: “Attenzione: la bicicletta elettrica è più veloce di quanto si pensa”.