Botta e risposta tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio su impresentabili e presunti tali
È scontro per i candidati detti “impresentabili”, ma che comunque sono candidati lo stesso.
Anche se continua la guerra mediatica a colpi di nomi impresentabili, o presunti tali, le liste sono state presentate e non sembra che l’accusa da parte della concorrenza faccia cambiare idea. Anche perché ad accusa si risponde con altra accusa, questo è almeno quello che sta succedendo tra Luigi Di Maio e Matteo Renzi.
Sulle pagine ufficiali di Facebook il dibattito tra i due leader è aperto, a cominciare dalla replica di Matteo Renzi alla lista di “impresentabili” secondo Di Maio pubblicata sul blog ufficiale del Movimento: “Caro Di Maio, quello che ancora non hai capito è che un avviso di garanzia non è una condanna. Non si diventa ‘impresentabili’ per un avviso di garanzia o per essere indagati. Perché altrimenti per voi sarebbe un dramma. Perché tu, caro Di Maio, sei stato indagato”. Punta il dito Renzi su Di Maio, spiegando che la sua replica è dovuta a chi si ostina a servirsi di “queste bassezze” in campagna elettorale e anche se di solito “facciamo finta di niente e non replichiamo” questa volta l’ex premier decide di rispondere per le rime mettendo in ballo anche il caso Dessì: “chi in Lazio vota per il Movimento Cinque Stelle si assume la responsabilità di far eleggere al Senato tal Emanuele Dessì, un grillino storico” spiega Renzi, “molto vicino agli Spada, di Ostia”, “coinvolto in quella che i grillini chiamano ‘scroccopoli’”. E all’elenco degli impresentabili del Pd, Renzi risponde con il suo elenco degli indagati del Movimento e per questo, secondo la logica pentastellata, a sua volta impresentabili: il sindaco di Torino Chiara Appendino “indagata per omicidio colposo e falso”; il sindaco di Livorno Filippo Nogarin “indagato per omicidio colposo”, il sindaco di Roma Virginia Raggi che addirittura non è solo indagata ma “direttamente a processo per falso” e ancora “da Bagheria alla Sardegna sono numerosi i sindaci a cinque stelle indagati”. La differenza però tra M5s e Pd, aggiunge Renzi, è che “per noi non sono impresentabili, noi non li giudichiamo colpevoli. Anzi: ci auguriamo che siano innocenti. Non speriamo nella loro condanna, ma facciamo il tifo per la loro innocenza”.
Ci mette poco Luigi Di Maio a rispondere sempre tramite le pagine del noto social a “Renzi anziché ritirarli e chiedere scusa ha deciso di difendere la sua truppa di impresentabili” scrive iniziando un lungo post dove ribadisce la lista degli impresentabili del Pd. “Renzi si permette di fare la morale a noi sulle amicizie di un candidato che ha preso l’impegno a rinunciare a candidatura ed elezione, lui che è segretario di un partito che ha preso migliaia di euro da Buzzi di mafia capitale che infatti ha partecipato a una cena di finanziamento del Pd. Proprio lui, che è segretario di un partito che in 4 anni ha ricevuto 9 milioni di euro di finanziamenti che nessuno sa da dove vengono (da gente come Buzzi?). Ci risparmi le sue parole gonfie di retorica e ipocrisia. Ci dica quanti soldi gli ha dato Buzzi dei 9 milioni di euro arraffati dal Pd che non hanno un nome e un volto e ritiri gli impresentabili” conclude il leader M5s.
Ma degli impresentabili Matteo Renzi se ne preoccupa e chiede un confronto reale con Di Maio: “Di Maio è un aspirante leader politico che vorrebbe confrontarsi con Trump e con Putin e che non trova ancora il coraggio di fare un dibattito con me o con Salvini. Caro Di Maio, lascia stare le liste di presunti impresentabili: presentati tu, a un dibattito tv, se trovi il coraggio di non fuggire come hai fatto fino ad oggi”.
foto: Ansa