La Consigliera federale Simonetta Sommaruga è delusa dai risultati degli sforzi dell’integrazione di rifugiati nel mondo del lavoro in Svizzera, è quanto ha dichiarato al quinto simposio svizzero sull’asilo. Mentre in Svizzera ci sono migliaia di rifugiati che riscuotono assistenza sociale, solo il settore della gastronomia avrebbe reclutato ben 32’000 persone dall’estero: “qui c’è bisogno di cambiare ottica”, ha dichiarato la Consigliera federale durante il simposio organizzato dall’Organizzazione svizzera di aiuti ai rifugiati. La Sommaruga si è detta delusa soprattutto dall’agricoltura che avrebbe reclutato 9’000 persone dall’estero. È ancora in corso il progetto pilota che dovrebbe procurare più posti di lavoro ai rifugiati nel settore dell’agricoltura, infatti, secondo la Sommaruga, sarebbero dodici imprese che impiegano una dozzina di rifugiati, ma non basterebbe largamente.
Inoltre la Consigliera durante il simposio ha presentato strategie sul miglioramento dell’integrazione di rifugiati nel mercato del lavoro, due di queste strategie sono già state valutate positivamente dal Consiglio federale. Si tratta dell’abolizione delle imposte sul salario, oggi i rifugiati devono cedere il 10% del salario per coprire una parte della procedura d’asilo. Il secondo punto riguarda la procedura complicata nei cantoni di dover rilasciare un permesso di lavoro. I datori di lavoro, senza questo permesso di lavoro, non possono impiegare rifugiati senza un permesso di soggiorno illimitato. Secondo Sommaruga, il Consiglio federale, dovrebbe sostituire questa procedura con un’iscrizione obbligatoria. Il terzo punto, che sarebbe in consulta presso il dipartimento di giustizia e polizia, riguarda lo stato “persone ammesse provvisoriamente” che impedirebbe i datori di lavoro di impiegare richiedenti asilo che vengono ammesse provvisoriamente, senza riconoscerli da rifugiati, perché non possono momentaneamente tornare nel paese d’origine.
“Se l’integrazione non riesce, paghiamo un prezzo alto, noi tutti. Se però riesce, servirà a tutti noi”, ha dichiarato la Consigliera federale sottolineando che la responsabilità principale dell’integrazione starebbe ai rifugiati stesso, però hanno anche bisogno di una possibilità di entrare nel mercato di lavoro.
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