Che la scienza non abbia limiti nelle ricerche e novità scoperte è evidente, soprattutto se si dà un’occhiata agli studi più curiosi, strani, ma allo stesso tempo utili (o forse non sempre), vediamone alcuni
Gli alberi dormono?
Se lo sono chiesti i ricercatori dell’università di Vienna insieme a scienziati finlandesi analizzando gli alberi tramite laser e scoprendo che effettivamente anche loro lo fanno un pisolino. Tramite questi laser i ricercatori hanno osservato alberi in Ungheria per più giorni: “I risultati mostrano che l’intero albero si accascia di notte, il che si può misurare tramite il cambiamento di posizione delle foglie e dei rami”, spiega Eetu Puttonen, uno dei ricercatori finlandesi. Questi cambiamenti non sarebbero enormi, ma con fino a dieci centimetri di accasciamento per un albero di cinque metri di altezza, erano evidenti. Inoltre i ricercatori hanno spiegato che anche la pianta messa al buio in un primo tempo ha bisogno di questa fase di riposo, dimostrando così che le piante hanno un ritmo giorno-notte.
Quanta privacy vi serve per fare la pipì?
Senz’altro è una questione che riguarda assolutamente la vostra privacy, ma non la pensavano così i tre ricercatori americani Middlemist, Knowles e Matter nel 1976. Lo scopo dello studio, di certo non poco strano, era quello di capire se il flusso e la velocità dell’orina maschile cambia in base alla violazione della loro privacy.
Un primo studio si è svolto presso un’università, dove uno del team, facendo finta di pulire, osservava gli studenti ignari che si recavano al bagno. L’osservatore si concentrava sulla scelta dell’orinale, su quanto gli uomini stavano vicino agli altri, quanto tempo necessitavano per orinare dopo aver aperto la cerniera dei pantaloni e quanto tempo impiegavano per il tutto. Il risultato potrebbe sembrare da mozzafiato: agli uomini non piace stare troppo vicino agli altri mentre fanno la pipì, come detto risultato da mozzafiato dato che soprattutto gli uomini saranno molto sorpresi da questo risultato.
Ai ricercatori però non sono bastati questi risultati, hanno continuato i loro studi impiegando tra l’altro elementi come qualcuno che doveva disturbare chi stava davanti all’orinale e un altro osservatore che per misurare meglio il flusso e la velocità usava un periscopio.
Anche se finora questo studio vi sembrerà poco utile, i ricercatori hanno comunque fatto delle scoperte: in media un uomo impiega 4,8 secondi dall’entrata fino a poter orinare se non c’è nessun altro in bagno. Se ci sono due uomini, e c’è un orinale libero tra i due, il tempo è di 6,2 secondi, quando invece c’è un uomo proprio all’orinale accanto il tempo è di 8,4 secondi.
Quant’è alto il pericolo di infezioni nei bagni pubblici?
Secondo lo studio del team intorno allo scienziato Jack Gilbert dell’università di Chicago, il pericolo di infezioni nei bagni pubblici è molto meno alto di quanto finora si pensasse.
Anche se nei bagni pubblici sono presenti numerosi batteri diversi, secondo lo studio, solo pochi di questi possono causare delle malattie. Secondo lo studio, le condizioni igieniche di un bagno pubblico pulito assomigliano spesso a quelle del proprio bagno a casa. Per lo studio i ricercatori hanno analizzato la varietà delle popolazioni microbici sul pavimento, la tavoletta del gabinetto e il dosatore di sapone. “Presupponevamo una larga diffusione di batteri intestinali che però non potevano sopravvivere a lungo per le condizioni fredde e povere di ossigeno”, spiega Gilbert. I ricercatori spiegano anche che per la maggior parte dei germi si tratta di germi portati da fuori, tra 68-98%, mentre per i batteri intestinali si tratta di una percentuale tra 0-15%.
“Questo studio ci mostra che usare un bagno pubblico non è più o meno sano che usare il gabinetto in casa propria”, conclude Gilbert.