Si è spenta a 73 anni la celebre stilista italiana
Mezzo secolo di grande moda: questo ha rappresentato Laura Biagiotti, una delle poche stiliste donna che è riuscita a conquistare i mercati globali e la prima a varcare le soglie del Grande Teatro del Cremlino a Mosca.
Mezzo secolo di creatività per la ‘Queen of cashmere’, come l’ha definita il New York Times, che ha fatto della sua passione per la moda una costante ed apprezzata attività sempre attenta a rispettare l’essenza del suo concetto di moda, ‘estrarre l’eterno dall’effimero’, come lei stessa ebbe a dichiarare.
Figlia di Delia Soldaini Biagiotti, che aveva una bella sartoria romana e che ha realizzato le prime divise per le hostess dell’Alitalia, Laura prese il business di famiglia e lo trasformò in un’impresa globale, un’azienda di donne fondata da sua madre e diretta da lei in collaborazione, dal 2005, con l’amatissima figlia Lavinia.
La sua fama è legata soprattutto alla sua donna ‘bambola’, alla linea ampia delle sue creazioni, quasi danzanti attorno al corpo. La moda ricorderà decenni di sfilate di abiti che la signora della moda voleva morbidi come una carezza per coccolare un po’ le donne, che in un mondo così complicato ne hanno bisogno, diceva spesso.
Difficile non ricordare la sua autentica dedizione al bianco come affascinante ‘non colore’, declinabile e adatto per tutte le occasioni. Molto famosi anche i suoi profumi, sempre dedicati a Roma, la sua amatissima città.
La sua prima collezione, realizzata per Schuberth, risale al 1966. Nel 1972 la prima sfilata personale a Firenze, che le valse l’attenzione della stampa e dei buyer.
Dal 1980 viveva e lavorava nella campagna romana di Guidonia, nel castello Marco Simone, dell’XI secolo, riportato all’antico splendore assieme al marito Gianni Cigna, prematuramente scomparso nell’agosto del 1996.
Nel 2015 aveva festeggiato i 50 anni del suo marchio e di una carriera costellata di primati e riconoscimenti: nel 1988 era stata la prima italiana a sfilare in Cina e aveva intuito che dopo decenni di rigore maoista, anche nel vestire, tra le donne e gli uomini di quel Paese sarebbe riemerso il piacere del vestirsi secondo il gusto individuale e che il made in Italy avrebbe avuto un ruolo fondamentale. Molti i riconoscimenti della sua lunga carriera: nel 1992 a New York il premio Donna dell’Anno; nel 1993, a Pechino, il trofeo Marco Polo per aver portato l’industria italiana in Cina; nel 1995 l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Scalfaro per l’alto contributo dato alla diffusione del prestigio del Made in Italy nel mondo.
Ha ricevuto ancora il premio Marisa Bellisario e il premio speciale alla Carriera della Camera Nazionale della Moda. Nel 2002 le Poste italiane hanno emesso un francobollo dedicato alla stilista raffigurante un abito Biagiotti ispirato a profili della Roma Classica. Nel 2004 il sindaco di Roma Veltroni le ha conferito la Lupa Capitolina. Nel 2007 ha ricevuto il Leone Cristallo alla Carriera, Premio Casinò di Venezia durante il Gala Ufficiale a conclusione della 64esima Mostra del cinema. Nel 2011 è stata la volta del Premio Leonardo, consegnato per la prima volta ad una donna, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La stilista, che avrebbe compiuto 74 anni ad agosto, era ricoverata all’ospedale Sant’Andrea di Roma dopo essere stata colpita da un arresto cardiaco nella sua residenza di Guidonia. Dopo diverse manovre rianimatorie, l’attività cardiaca era ripresa, ma le condizioni della stilista erano apparse subito gravissime, tanto da portare alla morte della stilista.
La conferma in un tweet sul suo profilo ufficiale, con un brano del Vangelo di San Giovanni scelto dalla figlia Lavinia.