L’ansia è lo spazio tra l’”adesso” e il “poi”. – Richard Abell, XVII sec.
Credo di aver iniziato a scrivere le prime righe di questo articolo, per poi cancellarle e scriverle nuovamente, almeno sei o sette volte. Sì, perché ogni volta mi rendevo conto che la premessa avrebbe potuto essere un po’ più ampia e partire un po’ più indietro e a furia di arretrare ed allargare il tema mi sono ritrovata nel Paleolitico, quando le uniche ansie legate al cibo erano: non trovarlo e…diventarlo!
Oggi, in quella parte fortunata di mondo dove la sicurezza alimentare è garantita, le ansie legate al cibo sono diverse e possono peggiorare considerevolmente la qualità della vita di chi ne soffre, fino a rappresentare, vere e proprie condizioni patologiche.
Iniziamo a definire il termine. Con “ansia” si intende uno stato di preoccupazione, apprensione o nervosismo generato dalla percezione di una minaccia. E qui sta l’inghippo, perché il nostro cervello non fa partire reazioni diverse a seconda che la minaccia sia vera o solo percepita. Come diceva il padre della ricerca sullo stress, Hans Selye, infatti, la risposta è assolutamente aspecifica.
È quindi importante che le persone vicine a chi soffre di attacchi di ansia capiscano che il cercare di razionalizzare l’origine della paura NON tranquillizza, ma può anzi essere un motivo di frustrazione sia per l’ansioso che per chi vorrebbe aiutarlo. Se quindi il problema non riesce ad essere gestito, è fondamentale cercare l’aiuto di un professionista.
Detto questo, vediamo quali sono i disturbi d’ansia legati al cibo più comuni.
Anginofobia: è la paura di soffocare mentre si mangia. Può portare a provare ansia prima di mangiare, ad evitare alcune categorie di cibo, spesso per esempio la carne e in alcuni casi può causare veri e propri attacchi di panico. Chi ne soffre spesso usa il termine “affogare”, come se il mangiare lo portasse a sentirsi immerso in un liquido, impedendogli così di respirare.
Dismorfofobia: è la paura di avere un evidente difetto fisico. Quando è associata esclusivamente al peso corporeo, si entra nell’area dei disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia o la bulimia.
Ortoressia: nasce come interesse a mangiare sano, fino a diventare un’ossessione. Chi ne soffre, non solo pianifica al millimetro i propri pasti e passa le ore ad interpretare ogni riga della lista degli ingredienti dei cibi, ma elimina progressivamente sempre più alimenti, finendo per escludere anche quelli utili. Di conseguenza chi soffre di ortoressia può perdere parecchio peso e soffrire di carenze nutrizionali anche importanti.
Aldilà di queste condizioni patologiche, che per fortuna riguardano una ristretta fascia di popolazione, molte più persone vivono però il pasto con preoccupazione prima o con stress e sensi di colpa dopo. Spesso la motivazione è un eccesso di informazioni tra loro contraddittorie, che causano, appunto, ansia.
Un modo per uscirne è seguire uno stile di vita il più possibile semplice, come la dieta mediterranea. Un sito molto ricco di informazioni è appunto quello della Fondazione Dieta Mediterranea, dove si trovano anche suggerimenti pratici e ricette.
L’altro modo è quello di affidarsi a un professionista che, prima di dirvi COSA fare, vi sappia spiegare il perché e con il quale possiate liberamente confrontarvi, anche sui dubbi che magari avete paura di chiedere per timore di fare “domande stupide”.
Rilassati saluti
dalla vostra consulente nutrizionale
Dr. Tatiana Gaudimonte
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