Guardando i nomi degli eletti, ci rendiamo conto, e non ci vuole molto, che realmente il mondo dell’emigrazione non è rappresentato. Ennesima scelta partitica per tirare le redini di partiti ormai alla sbando, e di nuove entrate fuori dagli schemi dell’emigrazone. A sinistra, dove l’emigrazione è una questione di vita o di morte, sono stati esclusi i soliti noti per aprire ai nuovi soldati agli ordini delle segreterie. A destra ancora peggio, nomi indicati a casaccio senza tener conto della reale preparazione in materia, la Svizzera non è rappresentata, servono i banchieri della city, e in molti pur di non far prevalere la sinistra si sono otturati il naso, e seguendo un vecchio slogan di Montanelli si sono espressi. Il terzo incomodo, il 5 stelle ha messo sul tavolo una squadra di perfetti sconosciuti. Nessuno che ha realmente toccato i problemi reali, vedi Comites, CGIE e scuola e cultura. Ma non è una novità, è il solito modo di piazzare qualcuno al posto giusto. Nessun risultato degno di questo nome è raggiungibile senza sovranità monetaria, ormai agli ordini dei burocrati di Bruxelles ci accingiamo a dire il solito signor sì che ci distingue.
Non serve nessun economista ne tanto meno nessun politologo di mestiere, per capire che senza portafogli puoi offrire ben poco.
Eppure uno spiraglio, anche se solo ipotetico si era intravisto, prima il 5 stelle con la posizione sovranista, poi la Lega che sulla stessa linea, aveva dato una speranza, potevano far sperare in un cambio della guardia, ma ci siamo subito resi conto che i ruggiti da re leone si sono presto trasformati in lamenti di iene al pasto.
Cari italiani, mettiamoci l’anima in pace, siamo il solito paesello provinciale, che al massimo può discutere con il Liechtenstein… a patto che il principato ne abbia voglia.
Franco Giorno