New York, Tokio, Shanghai: secondo scienziati americani queste città rischiano di finire sott’acqua
Gli impegni presentati da 146 nazioni per limitare il riscaldamento climatico consentono di raggiungere l’obiettivo dei 2 gradi. Ma è assolutamente indispensabile, anche nel caso in cui questi obiettivi per i prossimi 15-20 anni vengano raggiunti – afferma il rapporto dell’Onu pubblicato oggi a un mese dall’avvio della cruciale Conferenza internazionale sul Clima di Parigi – che “siano fatti ulteriori sforzi per arrivare a una riduzione molto più consistente dei gas a effetto serra” se l’umanità vuole davvero evitare conseguenze climatiche devastanti.
In base ai dati attuali, gli impegni assunti dai Paesi porteranno nel 2100 a un riscaldamento di +2,7 gradi Celsium “che non è abbastanza, ma è già molto meglio dei 4-5 gradi stimati, nel caso in cui non si facesse nulla”, ha spiegato secondo Askanews la responsabile Onu, Christiana Figueres.
Il rischio per le regioni costiere
Secondo uno studio pubblicato dall’Istituto di ricerche Climate Central però “un riscaldamento di +2° rappresenta una minaccia per l’esistenza a lungo termine di numerose grandi città e regioni costiere”, è così che La Repubblica cita Ben Strauss, uno degli autori. Ma le misure prese per ridurre rapidamente e drasticamente le emissioni di gas serra potrebbero comunque fare la differenza, spiega il ricercatore: “Noi abbiamo ancora davanti un vasto ventaglio di scelte”. Tutto sta fare quella giusta. Climate Central sul suo sito illustra come diverse città potrebbero essere dopo l’aumento di 2° o 4° .
Nello studio i ricercatori sottolineano come con l’aumento di 2° potrebbe essere inondato un territorio dove oggi vivono 280 milioni di persone, con l’aumento di 4° sarebbero addirittura colpiti 600 milioni di persone, citando città come Hongkong, Calcutta, Mumbai, Buenos Aires, New York o Tokio. Una previsione sul lasso di tempo i ricercatori non l’hanno voluta dare, indicando che tutto dipende anche dalle misure che si intraprenderanno contro le emissioni CO2 e il riscaldamento globale.
Gli scienziati sottolinea inoltre come saranno colpite soprattutto le regioni dove già vivono le popolazioni più povere, come nel sud dell’Africa o dell’Asia. Inoltre il cambiamento del clima potrebbe avere influenze drammatiche per diverse parti in Africa dove per l’aumento del rischio di ammalarsi di malaria potrebbero essere colpiti ulteriori 150 milioni di persone.
Cosa fa la Svizzera…
A livello nazionale, la legge sul CO2 riveduta (entrata in vigore il 1° gennaio 2013) chiede una riduzione di almeno il 20% rispetto al 1990 delle emissioni di gas serra nazionali fino al 2020. Questo obiettivo coincide con quello del Protocollo di Kyoto, con la differenza che non si riferisce a un solo anno, ma alle emissioni medie di un periodo. La legge sul CO2 contempla soprattutto i combustibili e i carburanti fossili, ma oltre al CO2 include anche tutti i gas serra regolamentati a livello internazionale. Attribuisce inoltre alla Confederazione il compito di coordinare le misure di adattamento ai cambiamenti climatici.
…e l’Italia
Alla Conferenza internazionale di Parigi, l’Italia vuole che sia stabilito “un meccanismo vincolante di revisione periodica degli impegni” nella lotta ai cambiamenti climatici. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un’intervista concessa al Sole 24 Ore.
L’Italia – ha sottolineato il capo della diplomazia italiana – vuole “da un lato ribadire l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 40% entro il 2030 rispetto ai valori del 1990” e “dall’altro fare tutto il possibile affinché il più alto numero di Paesi adotti obiettivi in grado di evitare conseguenze drammatiche”.
Ecco come Sydney potrebbe risultare dopo l’aumento di 2° o 4°, vedi altre città su www.climatecentral.org