In vista dei prossimi mondiali di calcio, che quest’anno si svolgeranno in Sud Africa, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera ha organizzato un incontro Italo-Svizzero con l’arbitro Pierluigi Collina. L’incontro si è svolto lo scorso giovedì 15 aprile presso l’elegante cornice del “Zunfthaus zur Meisen” alla presenza di un considerevole pubblico.
L’ex arbitro di calcio è intervenuto con un discorso su “Il merito, le regole” prendendo spunto da un suo libro, pubblicato nel 2003, dal titolo “Le mie regole del gioco. Quello che il calcio mi ha insegnato della vita”.
Spiega Collina che avere delle regole è un valore assoluto e fondamentale nella vita di tutti i giorni, non solo nei giochi, perché se non ci fossero regole non ci sarebbe società. Se poi non ci fossero codici comportamentali, che sono anch’essi regole, non ci sarebbe deontologia, non ci sarebbero competizioni corrette e tutto sarebbe lecito. A ciò serve l’arbitro, a far rispettare le regole del gioco, per questo il suo ruolo è della massima importanza!
“Una cosa è parlare di tori, un’altra è essere stati nell’arena” ha detto in conclusione Pierluigi Collina citando un vecchio proverbio spagnolo. Perché fare l’arbitro di calcio, al giorno d’oggi, non è un affare semplice. Non solo è necessario conoscere le regole del gioco ed essere allenato, ma, secondo quanto sostiene l’attuale dirigente arbitrale italiano, bisogna essere pronti al cambiamento, essere preparati e flessibili.
Nel gioco del calcio, così come in tutti gli altri giochi, il cambiamento è sempre in agguato e il giudice di gara deve essere in grado di accettarlo, deve essere aperto a qualsiasi modifica, di regole o di azione che sia.
Altra condizione fondamentale per l’arbitro è la preparazione. Bisogna riuscire a capire, prima ancora della partita stessa, cosa può succedere e per fare ciò bisogna conoscere il gioco e studiare le possibili varianti. L’arbitro non può essere preso di sorpresa: deve sapere, valutare e prevedere tutti i possibili scenari, saper leggere la partita, le tattiche di gioco e tutto ciò che potrebbe comprometterne il corretto sviluppo. Infine la flessibilità di orari e di disponibilità. L’arbitro deve essere sempre reperibile e disponibile.
Questo mette in luce quanta preparazione ed impegno, supportate dalla passione per questo sport, vi siano dietro la figura dell’arbitro di calcio che spesso, erroneamente, viene giudicato solo per l’operato che svolge durante il ristretto tempo di 90 minuti, quello di una partita. A questo proposito sostiene il dirigente arbitrale: “Si pensa che un arbitro lo si possa conoscere considerando esclusivamente il suo lavoro all’interno di quei 90 minuti di gioco. Questo non è vero.
Io ho scritto il libro nel 2003 per far capire alla gente quello che c’è al di fuori di questo cono di luce. Ma quello che fa un arbitro prima della partita, sapere come vive la vigilia di una partita dal punto di vista psicologico, e altre cose, solitamente non lo sa nessuno. Magari andando a capire alcuni di questi aspetti, si potrebbe comprendere di più l’operato di un arbitro”.
Eveline Bentivegna