Rimedi utili per combattere un fenomeno pericoloso non solo per la linea ma anche, e soprattutto, per la salute di cuore e polmoni
Emozioni come stress, ansia, noia possono indurre una voglia irrefrenabile e continua di cibo: si tratta della ‘fame nervosa’, termine comune usato dagli studiosi per definire l’‘eating emozionale’, quel comportamento alimentare che indica la tendenza a mescolare le emozioni con l’assunzione di cibo che diventa, in sostanza, il rimedio per far fronte alle emozioni vissute quotidianamente.
Il legame tra alimentazione ed emozioni è stato ormai dimostrato, però questo non significa che l’Eating emozionale dipenda assolutamente da severi problemi psicologici o da conflitti interiori; infatti anche le emozioni derivanti dalle normali attività di vita quotidiana possono fare da stimolo per l’assunzione eccessiva di cibo, talvolta anche in modo compulsivo.
Si mangia senza sosta per noia, per compensare un malessere, un momento di nervosismo, una delusione. Una brutta abitudine che porta ad ingurgitare cibo senza controllo e che fa ingrassare. Un’abitudine che diventa prima un problema e poi una dipendenza. E a farne le spese non è solo la linea ma la salute dell’intero organismo che va incontro a patologie quali il diabete e a malattie respiratorie e cardiache.
“Esiste un cervello consapevole, che si preoccupa di concetti razionali come la salute e un cervello inconsapevole, intuitivo, che pensa alle cose concrete e immediate, come un pezzo di torta al cioccolato. Il conflitto fra cervello consapevole e inconsapevole spiega come mai mangiamo troppo anche se non vogliamo”, spiega il neurobiologo americano Stephan Guyenet, autore di un libro che insegna a riconoscere i falsi stimoli che possono nuocere alla salute.
Alcuni studiosi ipotizzano che l’instaurarsi di comportamenti alimentari anomali si sviluppi nella prima infanzia. Essenziale è che la mamma capisca quando il bambino ha realmente bisogno di mangiare: bisogna evitare di ricorrere al cibo quando il pianto infantile non è realmente causato dalla fame.
Se questa giusta interpretazione materna non avviene, probabilmente il figlio crescerà senza essere capace di elaborare il vero riconoscimento della fame e non saprà distinguere tra questa ed altre sensazioni.
In età adulta interpreterà l’ansia, la tensione e la collera nel modo sbagliato e mangerà in eccesso. Ma che dipenda da noia, stress, cattive abitudini alimentari, delusioni o rabbia, quali sono i modi per combattere la fame nervosa ed evitare di innescare un meccanismo che anziché risolvere il problema originario ne crea di collaterali fino a minare la nostra salute?
Si può cominciare dallo scegliere alimenti che saziano molto per combattere l’improvviso desiderio di cibo senza ingurgitare troppe calorie: ideali spuntini di frutta o, se si tratta di pranzo o cena, la scelta di cibi sani come verdure o pesce, evitando carboidrati e grassi. Se si è spesso colti da attacchi di fame nervosa, sarà meglio evitare di tenere in casa snack troppo dolci o salati, poco salutari e ricchi di calorie. Fondamentale, chiaramente, è soprattutto imparare a distinguere la fame nervosa da quella biologica.
Quando si impara a differenziare le due sensazioni si può più facilmente imparare a soddisfare soltanto la fame biologica. E’ bene creare un ambiente circostante adatto per proteggere il cervello dai falsi stimoli della fame. Gli odori di prelibatezze possono infatti spingere a mangiare di più.
“Inoltre le persone pensano che la sensazione di sazietà emerge quando lo stomaco è pieno, ma lo stomaco ha sempre dello spazio in più. La sazietà nasce invece nel nostro cervello. Esistono dei metodi per ingannarlo anche se il corpo assorbe meno calorie. Lo si può fare consumando cibi che hanno meno calorie per volume. Accade anche quando i cibi sono più proteici, più ricchi di fibre e meno gustosi al palato.
Gli alimenti semplici, non raffinati, ci fanno sentire sazi. Parlo di uova, pesce, carne, frutta fresca, patate e fagioli, della carne e della frutta fresca. Mentre i cibi raffinati, pieni di condimenti e oli, ricchi di calorie ci spingono a mangiare di più, prima di farci sentire sazi”, conclude Guyenet.