Non per una telefonata anonima, ma per puro caso fu scoperto il nascondiglio della ragazza ebrea
Anna Frank e la sua famiglia non furono traditi, ma furono scoperti dalla Gestapo per un puro caso. La notizia metterebbe in dubbio quello che fino ad ora era stata una certezza per quanto riguarda la fine della giovane ebrea e della sua famiglia. La triste storia di Anna Frank, autrice del noto Diario, è nota a tutti: nel periodo delle persecuzioni ebree, per sfuggire all’olocausto, è rimasta nascosta con la famiglia e altri ebrei per quasi due anni, fino a quando cioè non fu trovata, catturata e poi deportata prima ad Auschwitz e poi a Bergen-Belsen dove morì di tifo esantematico. Fu il padre, unico superstite della famiglia, a pubblicare il diario di Anna portando alla luce in questo modo gli anni che trascorsero nel nascondiglio segreto.
Secondo la storia ufficiale il nascondiglio fu scoperto a causa di una telefonata anonima che svelò la presenza di alcuni ebrei in quel nascondiglio, ma mai si identificò la persona che fece tale rivelazione. Da alcuni ultimi studi, però, questa storia sembra vacillare poiché pare che la cattura da parte dei nazisti di Anna Frank, dei suoi familiari e gli altri quattro ebrei nascosti nella soffitta di un edificio di Amsterdam, potrebbe essere avvenuta per una sfortunata coincidenza.
Lo studio, pubblicato dai ricercatori del Museo della Casa di Anna Frank, stabilisce che il 4 agosto 1944 i nazisti perquisirono la soffitta dove si nascondevano Anna, il padre, la madre e le sue sorelle, i tre membri della famiglia Val Pels e il dentista Fritz Pfeffer nell’ambito di controlli legati a reati di impiego illegale e frode nella distribuzione delle tessere annonarie. Secondo lo studio sarebbe lo stesso diario di Anna a dare la conferma dell’indagine quando, il 10 marzo 1944, si parla dell’arresto di due uomini che facevano contrabbando di razioni alimentari e che avevano l’ufficio nello stesso edificio. “Una compagnia i cui due funzionari sono stati arrestati per contrabbando ovviamente rischia di attirare l’attenzione delle autorità”, si legge nello studio.
Secondo questo studio i tre ufficiali nazisti che trovarono Anna Frank e gli altri ebrei nascosti, non erano consapevoli che stavano cercando degli ebrei e sottolinea che l’intera operazione era durata un tempo superiore al necessario, ovvero quasi due ore e che uno degli agenti coinvolti, Gezinus Gringhuis, operava in un dipartimento di indagini per reati economici. “La possibilità di un tradimento comunque non viene completamente esclusa – conclude in ogni caso lo studio – e neanche nessuna relazione tra l’inchiesta sulle frodi e l’arresto può essere provata con assoluta certezza”.