A soli 16 anni si aggiudica l’ambito riconoscimento della Commissione europea per aver portato la banda larga nei piccoli centri
Il primo premio della 28° edizione del Concorso Giovani scienziati indetto dalla Commissione Europea è andato all’italiano Vincenzo Pagliarino che ha messo a punto un sistema per aumentare la copertura della banda larga in quei piccoli centri dove la rete ancora non esiste o viaggia a velocità improponibili, e lo ha fatto semplicemente utilizzando dei tralicci dell’alta tensione già esistenti per creare una sorta di fibra ottica virtuale con la tecnologia laser.
Il progetto “LaserWan: connessione a banda ultra larga laser” è nato per una “necessità personale”, ha dichiarato Valerio che frequenta la classe terza del liceo scientifico Nicola Pellati di Nizza Monferrato (con una media superiore al 9) e vive nel paese vicino, a Castel Nuovo Calcea, in provincia di Asti, con i genitori e la sorellina. “Nel piccolo Comune in cui vivo non arriva la fibra ottica e l’adsl non permette nemmeno di guardare un giornale on line”, ha continuato il 16enne che molti definiscono già ‘il piccolo genio’. L’illuminazione per la realizzazione del progetto sembra sia arrivata pensando alla fibra ottica: “Se è un fascio di luce a trasmettere i dati, significa che si può fare altrettanto con il laser”: da qui alla realizzazione il passo è stato breve.
Con un po’ di componenti comprati su internet e recuperando tutto ciò che poteva da apparecchi che aveva in casa, il giovane scienziato ha creato un dispositivo capace di trasmettere un intero film in streaming.
Poi ha brevettato la sua invenzione, che in futuro potrebbe portare ad avere una connessione internet veloce anche nei luoghi più remoti. Il progetto che in definitiva consiste ‘nella comunicazione ottica all’aperto, che va a sostituire la fibra ottica interrata tramite la linea aerea ad alta tensione’ potrebbe avere, come sviluppo, ‘la sperimentazione, su grandezza reale, da parte di gestori dell’energia elettrica’, si augura il giovane che si dichiara ‘felice del riconoscimento ricevuto’, anche se ‘i progetti non finiscono mai, la tecnologia continua, prosegue e va migliorata e spesso affinata. Ho solo assecondato la mia passione. Molti ragazzi giocano a calcio, io nel tempo libero faccio questo. Ho dedicato al mio progetto sì e no un paio di ore al giorno. Vorrei lavorare nel mondo della ricerca, nell’elettronica o nella fisica. All’università penso di fare ingegneria. Se possibile rimarrò in Italia, perché a me il mio Paese piace. Ogni volta che vado all’estero mi rendo conto di quanto sia bello. Non sono così scoraggiato sul fatto che si possa fare scienza in Italia. Finora la vita mi ha trattato bene, ho avuto l’opportunità di partecipare a questi concorsi e di esprimermi. Quindi, ora come ora, posso dirlo in modo abbastanza convinto: l’Italia mi piace”.
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foto: Ansa