Il dato è confermato da Bundesbank: valore storicamente elevato
Gli investimenti diretti dalla Germania in Russia sono saliti a 1,78 miliardi di euro. Ed è così, secondo Die Welt, che le imprese tedesche aggirano le sanzioni: “invece di esportare le merci in Russia, comprano là gli stabilimenti”, spiega il media tedesco, riportando i dati di Ernst & Young, secondo i quali i tedeschi lo scorso anno hanno investito soprattutto in Russia. Il dato è confermato dalla Bundesbank: “un valore storicamente elevato che in precedenza era stato superato solo nel periodo del boom dal 2006 fino al 2008 e del 2010”, ossia ben prima delle sanzioni occidentali per la crisi ucraina e il contro-embargo russo.
In particolare, molte aziende tedesche stanno lavorando a contratti d’investimento che prevedono sgravi fiscali e la possibilità di qualificarsi per appalti statali, sdoganati grazie ai nuovi programmi anticrisi voluti dal governo russo. Questo sia nel settore macchinari, sia in quello alimentare e in quello farmaceutico: tutti comparti nei quali anche l’Italia è molto interessata e su cui si fonda il suo export.
Per il produttore di macchine agricole Claas, ad esempio, si prospetta un nuovo impianto. Circa 120 milioni di euro investiti dalla Westfalia orientale.
Tutto è all’avanguardia: ogni anno si potranno produrre fino a 2.500 trattori e mietitrebbiatrici. “Apprezziamo il riconoscimento del nostro impegno decennale in Russia” ha esultato Lothar Kriszun, portavoce del Comitato Esecutivo del Gruppo Claas, a margine del Forum Econo-mico Inter-nazionale di San Pietro-burgo, subito dopo l’accordo con la Russia.
Così tornano sul mercato russo anche i prodotti della Deutsche Milchkontor (DMK) il gruppo che prima dell’embargo alimentare vendeva in Russia 20 mila tonnellate di formaggio. “Vogliamo vendere di nuovo formaggio e altri prodotti caseari in Russia”, ha dichiarato un rappresentante dell’azienda. Secondo Welt, l’azienda di Brema garantirà investimenti multimilionari nell’azienda russa RichArt. Le trattative sono già in corso, e il Servizio federale russo antitrust ha approvato la richiesta dell’azienda.
C’è poi la società farmaceutica Bionorica, di medicina naturale, che ha perso un quarto dei suoi affari a causa dell’embargo. Il titolare della società Michael Popp spera di “proteggere i mercati orientali” attraverso l’organizzazione della propria produzione a Voronezh, nel 2017.
La Bionorica, secondo Welt, investirà 30 milioni di euro.
Askanews
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