La 26° Conferenza Mondiale sul Clima in corso a Glasgow, in Gran Bretagna, ha rinnovato l’attenzione sulle emergenze ambientali a livello internazionale e nella Confederazione ha contribuito a recuperare il dialogo sulla importanza delle energie non rinnovabili.
Una di queste è l’acqua. Anche grazie al patrocinio dell’Ufficio Federale dell’Ambiente-UFAM, il dipartimento della Confederazione che coordina l’uso responsabile di risorse primarie come appunto quelle idriche oltre a quelle territorio-forestali, si è recentemente svolto al Palacongressi di Lugano il convegno Acqua 360.
Questa manifestazione ha raccolto anche il sostegno di protagonisti di primo piano in ambito ambientale.
Per cominciare, la Associazione svizzera dei professionisti della protezione delle acque (www.vsa.ch), che dal 1994 in tutte le regioni linguistiche nazionali organizza la gestione tecnica e multidisciplinare delle normative in ambito idrico.
Per continuare, insieme alle Autorità cantonali e la Associazione acquedotti ticinesi, a capofila di un elenco ricco di moltissimi altri nomi di primo piano troviamo la Società Svizzera dell’industria del gas e delle acque (www.svgw.ch).
Quest’ultima, che nel 2023 celebra i centocinquant’anni di attività, é l’ente che stabilisce i protocolli secondo cui i distributori svizzeri di acqua, gas e teleriscaldamento riescono a garantire alla popolazione nazionale un approvvigionamento affidabile e sostenibile delle risorse primarie.
Quella idrica è una priorità ambientale da tutelare al pari di tutte le altre esigenze climatiche, ha esordito Marina Carobbio, Deputata al Consiglio degli Stati, in apertura di una sessione di lavori che ha richiamato la presenza di alcuni fra i piu’ autorevoli studiosi ed operatori del settore anche a livello internazionale.
Che la gestione delle fonti acquifere sia un elemento fondamentale per il nostro benessere lo ha segnalato anche Raffaele Domeniconi, Delegato Svgw per la Svizzera Italiana, ricordando ad esempio gli sforzi organizzativi cui sono tenuti i piccoli comuni durante l’estate per pianificare la erogazione idrica con l’arrivo dei turisti di stagione.
Ma questi, è opportuno ricordarlo, non sono che alcuni degli elementi di un discorso molto più articolato.
Pensiamo alle problematiche innescate dal riscaldamento climatico, ormai spesso precursore di eventi meteorologici, concomitanti e paradossalmente opposti, nonché successivi, come precipitazioni torrenziali o siccità.
In entrambi i casi si tratta di problematiche che chiamano in causa una filiera di professionisti, a cominciare, primi e non certo soli, dagli addetti alla pianificazione territoriale.
Ecco quindi, fra l’altro ha ricordato Domeniconi, la importanza di una gestione integrata del patrimonio idrico in modo coordinato ma soprattutto interdisciplinare e che deve mobilitare non solo gli operatori del settore, le pubbliche amministrazioni e gli addetti ai lavori ma, permettiamoci ricordarlo, anche noi utenti.
Affinché la collettività nel suo insieme possa utilizzare in modo ottimale, equilibrato e responsabile un bene di cui il nostro territorio dispone in modo abbondante ma condizionato dagli stili di consumo e dalle conseguenti alterazioni ambientali, oltre che stagionali, che dobbiamo essere consapevoli possono anche innescare una dannosa una spirale di relazioni causa-effetto.
Il messaggio è chiaro: le risorse idriche ormai rappresentano la parte per il tutto di quel nuovo futuro ambientale di cui siamo chiamati ad essere protagonisti ma anche, e soprattutto, utenti in modo responsabile.
di Andreas Grandi