Comitato del premio Nobel sul lavoro dei vincitori: “cognizioni fondamentali sulle funzioni di cellule viventi, utili per lo sviluppo di terapie per malati di cancro”
Lo svedese Tomas Lindahl, nato nel 1938, l’americano Paul Modrich, nato nel 1946, e il turco Aziz Sancar, nato nel 1946, sono i tre vincitori del premio Nobel per la chimica 2015 e il loro lavoro promette trattamenti e farmaci migliori. Non si tratta però di un lavoro fatto in comune, ma di tre scienziati che ognuno per conto proprio hanno dedicato il loro impegno per scoprire come diversi meccanismi di cellule fanno a risolvere dei problemi. Quando le cellule si dividono infatti possono verificarsi degli errori nella duplicazione dei filamenti di Dna, così come all’interno di una singola cellula in caso di forti radiazioni o altri fattori ambientali; la maggior parte degli “errori” risulta in un dna non in grado di funzionare correttamente e dunque nella morte della cellula.
Già nel 1970 Lindahl aveva dimostrato che, contrariamente a quello che fino a lì si credeva, il dna decade “in un modo che avrebbe dovuto rendere impossibile lo sviluppo di vita sulla terra”, ha dichiarato il comitato del premio Nobel. Dopo questo Lindahl ha dimostrato come le cellule usano la riparazione per escissione di basi per riparare questo decadimento e prevenire il collasso delle nostre informazioni genetiche. Sancar ha analizzato come le cellule si riprendono dal danno causato dalla luce del sole o sostanze cancerogene pianificando come le cellule usano la riparazione per escissione di nucleotidi per correggere questi difetti. Modrich ha esaminato come le cellule correggono errori che derivano dalla loro riproduzione, scoprendo che usano il sistema di riparazione dei mismatch MMR, che aumenta la correttezza della sintesi del dna di due o tre fattori di grandezza, ed è il principale responsabile della replicazione del dna.
Con queste scoperte i tre ricercatori inoltre hanno stabilito le basi su come i difetti in queste riparazioni per escissione di nucleotidi causano malattie ereditarie e su come questi influiscono sul modo in cui le cellule di persone reagiscono a cambiamenti causati da cancro o l’avanzare dell’età.
“Più sappiamo su come il dna viene danneggiato e su come viene riparato, più efficaci possiamo essere nel concepire metodi per debellare cellule cancerose, espressamente senza danneggiare cellule normali”, spiega Lindahl.