Dai 3 agli 8 anni alle società quotate per falsi bilanci
“C’è una buona notizia. Alleluia, alleluia! Il famoso emendamento sul falso in bilancio è arrivato e questa è una novità importante” afferma il presidente dell’Aula Pietro Grasso, nonché promotore del disegno di legge. Finalmente, infatti, arriva il DdL anticorruzione tanto atteso che è stato presentato in commissione Giustizia del Senato e riscrive le norme sul falso in bilancio. La presentazione dell’emendamento è stato subito accompagnato dal twetter di Matteo Renzi che sul suo profilo scrive: “Contro corruzione proposte governo: pene aumentate e prescrizione raddoppiata. E l’Autorità oggi è legge con presidente Cantone”. “Ci sono tutte le condizioni per rispettare i tempi per l’Aula. Il testo è equilibrato, efficace e incisivo che colma le lacune. Può mordere il fenomeno della corruzione” dice invece il Guardasigilli Orlando commentando il ddl anticorruzione ora all’esame della commissione Giustizia del Senato dopo la presentazione dell’emendamento del governo.
In modo particolare nel testo si nota subito un inasprimento della pena per le società quotate in Borsa che si macchiano di falso in bilancio a cui spetterà dai 3 agli 8 anni di reclusione, mentre per le società non quotate la pena conterà da 1 a 5 anni se «al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto» espongono «consapevolmente», «fatti materiali rilevanti» o li omettono. Se le false comunicazioni sociali «sono di lieve entità, tenuto conto della natura e delle dimensioni della società e delle modalità o degli effetti della condotta» si applica la pena da 6 mesi a 3 anni. Il testo prevede anche delle pene pecunarie in caso di falsi bilanci dovranno pagare non solo amministratori e direttori, ma anche i vertici delle società in modo che questi possano pressare sull’onestà dei loro amministratori con pagamenti che vanno dalle 100 alle 200 per fatti di lieve entità, dalle 200 alle 400 per le società non quotate e dalle 400 fino alle 600 quote per le società quotate.
Il testo è arrivato in commissione Giustizia al Senato lo scorso lunedì 16 marzo, ovvero dopo due anni da quando Pietro Grasso aveva depositato il disegno di legge sull’anticorruzione il 15 marzo 2013. Dopo l’ennesimo slittamento, il ddl verrà esaminato molto probabilmente dall’Assemblea la prossima settimana. Il governo infatti ha presentato il suo emendamento sul falso in bilancio in Commissione Giustizia ma il termine per i subemedamenti è stato fissato a mercoledì prossimo. Anche i grillini sostengono il ddl, come afferma il senatore M5s Enrico Cappelletti, membro della commissione Giustizia, in una conferenza stampa a Palazzo Madama, non ci sarebbe alcuna riserva nel sostenere il ddl Grasso, ma anzi avrebbero “già presentato cinque, sei proposte sul tema che andrebbero a migliorarlo e che adesso comunque potrebbero diventare emendamenti”.