Il certificato svizzero, che ci permetterà di riprendere anche a viaggiare oltre i confini, tinge la Confederazione di rosso, arancione e verde. Vediamo cosa significa
La campagna vaccinale svizzera va avanti, scendono i contagi, i ricoveri e i decessi per Coronavirus e si ricomincia a vivere con una maggiore libertà: in massa si sono riversati in Germania per il rito della consueta spesa oltre confine, una volta riaperte le frontiere senza limitazioni; in molti programmano già le vacanze estive, un bel viaggio, infatti, è quello che sogna la maggior parte della popolazione svizzera per buttarsi alle spalle questo periodo pandemico. Per poter viaggiare, però, sarà necessario ottenere il certificato Covid svizzero. Cerchiamo capire come funziona il “Covid Pass” e cosa indicano i colori con cui il Consiglio federale ha diviso i settori svizzeri.
È stato il Consiglio federale, nella conferenza stampa del 19 maggio, a presentare l’introduzione di questa sorta di “Covid Pass” a partire dal mese di giugno. Secondo quanto appreso, il certificato sarà rilasciato a chi è vaccinato, guarito dal virus (allo stato attuale è valido per tre mesi), oppure risultato negativo a un tampone nelle ore precedenti. Non occorrerà per i bambini e gli adolescenti al di sotto dei 16 anni, ai quali dovrà essere concesso l’accesso anche senza certificato. Chi, invece, non potrà vaccinarsi potrà comunque ottenere il certificato solo dopo aver fatto un test valido, più preciso e sicuro dei test “fai da te”.
Inoltre, spiega in conferenza stampa il consigliere federale Alain Berset, ci saranno tre settori -rosso, arancione e verde – a seconda dei quali l’attestato di vaccinazione/guarigione/test negativo sarà obbligatorio, legato alla situazione epidemiologica oppure non necessario.
Verde: via libera!
Nessun pass per il settore verde, ovvero in luoghi della vita quotidiana come negozi, trasporti pubblici, scuola o sul posto di lavoro. Non ci sarà bisogno del certificato nemmeno per le manifestazioni private e religiose, né per i contatti con le autorità: qui il certificato è esplicitamente escluso poiché sono in gioco compiti dello Stato o libertà e diritti fondamentali.
Arancione: con qualche limitazione.
Il settore arancione, invece, lascia una certa autonomia di scelta. Riguarda i luoghi frequentati da un gran numero di persone come bar, ristoranti, strutture sportive e per il tempo libero, sale cinematografiche, nonché manifestazioni fino a 1’000 persone e visite a ospedali e case di cura. Nel settore arancione non è ancora necessario il certificato, ma non è detto che non venga introdotto, come spiega Berset, “se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare e vi fosse il rischio di un sovraccarico del sistema sanitario, l’accesso sarà limitato alle persone con un certificato per evitare chiusure”.
Però le diverse attività che rientrano in questo settore possono decidere autonomamente di richiedere il “Covid pass” al cliente. Quindi, un bar, un ristorante, un cinema o un centro fitness possono limitare l’accesso solo alle persone in possesso di un certificato Covid. In questo modo potranno rinunciare a piani di protezione, a limitazioni della capienza o all’obbligo della mascherina.
Settore rosso: obbligo di pass!
Nel terzo settore, il più sensibile come rischi di contagi, rientrano soprattutto i luoghi che richiamano grandi masse di persone, come per esempio i grandi eventi con oltre le mille persone o le discoteche. In questo caso sarà necessario essere in possesso del “Covid pass”, anche se, in questi luoghi, è possibile che le cose cambino. Il Consiglio federale, infatti, prevede nelle prossime settimane una riapertura nel settore dei grandi eventi con un aumento graduale del numero massimo di partecipanti.
Dove invece il “Covid pass” sarà necessario per lungo tempo, sarà il settore dei viaggi, del traffico internazionale di passeggeri, poiché “probabilmente molti Stati richiederanno un certificato Covid all’ingresso”. In tale prospettiva, l’Ufficio federale dell’informatica e della telecomunicazione sta lavorando per realizzare un attestato compatibile con l’Unione europea che sia sicuro e il più semplice possibile.
Quando?
Anche se l’attuazione e le corrispondenti modifiche dell’ordinanza saranno inviate in consultazione ai cantoni il prossimo 11 giugno, e ci vorrà almeno un’ulteriore settimana per prendere una decisione, affinché si possa viaggiare all’estero il prima possibile, i primi certificati inizieranno a essere rilasciati già dal prossimo 7 giugno e saranno disponibili alla popolazione entro la fine del mese, ovvero quando verosimilmente entreranno in vigore le misure legate all’uso del certificato vaccinale.
Redazione La Pagina