In Sudan una giovane cristiana incinta è stata condannata a morte per apostasia
Si chiama Meriam Yehya Ibrahim, la giovane cristiana incinta all’ottavo mese di gravidanza, che è stata condannata a morte da un tribunale sudanese per apostasia. La giovane è stata educata come cristiana ortodossa, la religione della madre, perché il padre musulmano non era presente durante la sua infanzia. Meriam è stata arrestata nell’agosto del 2013 dopo essere stata denunciata da un membro della sua famiglia, lo zio, che ha rivelato il suo matrimonio con un cristiano del Sud Sudan. Amnesty International ha definito ”ripugnante” la sentenza del tribunale sudanese che ha condannato a morte e alle frustate per adulterio una donna cristiana all’ottavo mese di gravidanza per apostasia. Meriam Yehya Ibrahim, attualmente in carcere col suo primo figlio di 20 mesi, è stata condannata a morte dopo aver rifiutato di rinunciare alla sua fede.
“Il fatto che una donna sia condannata a morte a causa della religione che ha scelto di professare e alle frustate per aver sposato un uomo di una presunta religione diversa è agghiacciante e orrendo. L’adulterio e l’apostasia non dovrebbero essere considerati reati. Siamo in presenza di una flagrante violazione del diritto internazionale dei diritti umani”, ha dichiarato Manar Idriss, ricercatore sul Sudan di Amnesty International. “Amnesty International considera Meriam una prigioniera di coscienza, condannata solo a causa della sua fede e identità religiosa. Chiediamo il suo rilascio immediato e incondizionato”, ha concluso Idriss.