Gli scienziati: “conseguenze imprevedibili”
Sono giorni che assistiamo allo spettacolo naturale e terribile con la fuoriuscita di materiale piroclastico che sta coinvolgendo l’isola La Palma, sulle Canarie, del vulcano Cumbre Vieja. Si parla di avanzata inarrestabile di lava incandescente, di migliaia di sfollati, di mutamenti geofisici che molto probabilmente stanno disegnando il nuovo aspetto dell’isola. Cosa sta succedendo a La Palma?
Il 19 settembre scorso il vulcano Cumbre Vieja ha iniziato la sua attività eruttiva. Dalla bocca del vulcano che domina l’isola La Palma si erge una lunga colonna di fumo e polveri. Non è stato improvviso, in verità l’isola è stata scossa da uno sciame sismico già una settimana prima, attirando l’attenzione degli esperti sull’isola. In pochi giorni l’Istituto geografico nazionale registra più di 6’600 piccoli terremoti nell’area di Cumbre Vieja, a sud de La Palma. Il fenomeno è notevole e spinge la Guardia Civile spagnola a iniziare l’evacuazione dei centri abitati nei dintorni del vulcano che, come previsto, inizia a eruttare lava e materiale piroclastico.
In 10 giorni di intensa attività vulcanica – con una sola piccola pausa nella quale il vulcano si era apparentemente fermato per poi riprendere l’attività di fuoriuscita di lava – il Cumbre Vieja ha già distrutto 656 edifici e 21 chilometri di strade, seppellendo 470 ettari di terreno. Nel frattempo la colata di lava si è diretta verso l’Oceano, percorrendo i 6,5 chilometri di distanza che li separavano, riversandosi nell’acqua.
A questo punto gli scienziati che stanno seguendo il fenomeno lanciano un messaggio allarmistico per le “conseguenze imprevedibili” con la formazione di nubi tossiche a La Palma a causa di questo inarrestabile avanzamento. Spiegano gli scienziati che il contatto tra la lava e l’Oceano potrebbe comportare formazioni di nubi tossiche, piogge acide e gas nocivi. L’incontro tra la lava, una roccia fusa a più di mille gradi Celsius, e l’acqua di mare, che si aggira intorno ai 20-25 gradi Celsius ha creato una colonna di fumo scuro, trasportata verso la terraferma dal vento. A Tazacorte, nell’area della spiaggia di Los Guirres, la lava è precipitata da una rupe alta circa 100 metri e qui, dove il mare è poco profondo, l’Istituto spagnolo di oceanografia (IEO) ha fatto sapere che in meno di 54 minuti “si è generato un imponente deposito di oltre 50 metri di altezza”. “La massa ha creato un deposito largo circa 500 metri e ha cambiato il colore dell’acqua circostante”, ha spiegato Ramón Margalef dell’IEO. L’appello agli abitanti delle zone prossime che non sono stati evacuati è di rimanere in casa, chiudere porte e finestre, e stare distanti all’area di esclusione tracciata in due chilometri dall’impatto della lava con l’acqua.
Il fenomeno è tutt’ora in atto e le dirette ci permettono di seguire a distanza questa catastrofe naturale che, se per certi versi ci può apparire affascinante, per chi lo sta vivendo da vicino si tratta di un disastro che li segnerà per molti anni. “Nonostante la catastrofe che le ha colpite, tutte queste famiglie avranno un futuro perché tutti insieme le aiuteremo a ricomporre le loro vite. Dobbiamo aiutarle”, ha affermato re di Spagna Felipe VI, recatosi in visita sull’isola insieme alla regina consorte Letizia dove hanno incontrato sfollati e il personale dei servizi d’emergenza. Anche il premier Pedro Sánchez è presente sull’isola per seguire da vicino il fenomeno.
Redazione La Pagina