Si guida meglio con musica degli Slipknot o di Taylor Swift?
Se negli anni ‘90 si era convinti del cosiddetto effetto Mozart, ovvero del fatto che sentire la musica del compositore austriaco facesse raggiungere risultati migliori in test di intelligenza, oggi si presuppone che questo aumento avrebbe poco a che fare con la musica del compositore, ma che questa faccia aumentare la concentrazione e il benessere. Gli scienziati, così, sostengono che la musica non aumenterebbe l’intelligenza, ma che avrebbe comunque degli effetti sul nostro cervello. Ci sono tanti studi che analizzano l’effetto che la musica fa sul nostro comportamento, uno di questi è la ricerca recente condotta dal British Institut IAM Roadsmart e dalla rivista “Auto Express”. Secondo i risultati dello studio, che ha coinvolto un simulatore usato anche dai piloti inglesi di Formula 3, la musica che si ascolta mentre si guida avrebbe un effetto notevole sulla guida. Più (è) dura la musica, più sarebbe imprevedibile il modo di guida, ma anche musica classica, secondo i ricercatori, non sarebbe ideale perché avrebbe un effetto troppo tranquillizzante sulla modalità di condurre un veicolo.
Se con il pezzo metal degli Slipknot il pilota è arrivato con 14 secondi di ritardo a destinazione e ha condotto il veicolo in maniera più pericolosa e sconsiderata, durante la guida con il pezzo classico di Bach ha impegnato più tempo per il circuito e per un po’ di tempo ha diminuito la velocità più del necessario. Secondo gli esperti, il miglior genere per chi sta alla guida è il pop.
La musica nei negozi
Che siano canzoni pop italiane nei supermercati, musica trap nei negozi di abbigliamento per giovani o la musica di Frank Sinatra durante il periodo natalizio, è chiaro che nel commercio si prova a stimolare il consumatore anche con la musica. Tra studi e scienziati non è ancora stato definito quale effetto abbia di sicuro la musica sul consumatore. Musica tranquilla e chiara fa sembrare dei tessuti più morbidi, ne è sicura Monika Imschloss, scienziata dell’Università di Colonia, che si occupa di analizzare il comportamento dei consumatori. “Tante volte è così che quando si va in un negozio, dopo non si può dire se c’era musica oppure no, perché i proprietari dei negozi sono molto furbi a non attirare troppo i clienti al fatto che ci sia la musica”, ha detto Imschloss a Deutschlandfunk Kultur.