Quale italiano non sa che il cibo è essenziale, fa parte della nostra vita come l’aria o l’amore? Ed è proprio ai piaceri della tavola made in Italy che sarà dedicata la prima “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” che si terrà dal 21 al 25 novembre prossimo in Svizzera. Abbiamo chiesto all’Ambasciatore
Marco Del Panta di cosa si tratta
Come nasce la “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”?
La Settimana della Cucina Italiana vuole raccogliere l’eredità del successo di EXPO, che come noto era dedicata all’alimentazione, dando continuità alle iniziative che in questo campo l’Italia intende portare avanti, partendo dal presupposto che dietro la cucina si nasconde un mondo vario e ricco di stimoli che va dalla cultura al modo di vivere, dalla salute personale all’economia e alle tecnologie legate all’alimentazione.
Si tratta, come si può facilmente intuire, di temi vastissimi, con implicazioni potenzialmente infinite in campi tra loro lontani ma che trovano nell’alimentazione il loro fil rouge. In tutti questi campi, partendo dal comun denominatore della cucina e della sua tradizione, l’Italia può dire e fare molto, e adesso intende farlo.
Saranno organizzati diversi eventi intorno alla cucina italiana, di cosa si tratta?
L’Ambasciata ed i Consolati di Lugano, Zurigo, Ginevra e Basilea, hanno in programma dodici eventi, tra conferenze, degustazioni e proiezioni cinematografiche.
A Berna, in particolare, abbiamo in programma due proiezioni cinematografiche (“La cena per farli conoscere” di Pupi Avati e “La cena” di Ettore Scola) e una conferenza sul cibo nell’arte italiana.
Che il cibo per noi italiani sia una cosa importante è chiaro, ma che valore ha la cucina italiana per la Svizzera?
Come nel resto del mondo, anche in Svizzera la cucina italiana viene apprezzata. Quanto al valore, mi limito a rilevare che le esportazioni italiane in Svizzera legate al mercato agroalimentare hanno raggiunto oltre nove miliardi di Euro nel 2015, mentre le esportazioni di vino italiano in Svizzera sono di oltre trenta milioni di litri superiori a quelle del secondo fornitore. Si tratta di risultati importantissimi, eppure non esauriscono il potenziale per il settore enogastronomico in Svizzera. Voglio però sottolineare, anche alla luce di quanto spiegavo prima, che non si tratta solo di valore economico, pur importantissimo, ma anche di un valore culturale, che dobbiamo avere sempre presente.
In questi tempi, l’attenzione del cibo sta aumentando sempre di più per via di notizie di cronaca sui problemi riguardanti i disturbi alimentari sempre più diffusi. Secondo Lei, quali sono le mosse giuste per contrastare questo diffuso problematico rapporto con il cibo?
Per quanto riguarda il rapporto fra salute e alimentazione, vorrei soffermarmi brevemente sulla dieta mediterranea, i cui benefici sulla longevità e la salute sono stati scientificamente dimostrati. Tale dieta si basa sugli alimenti tradizionali, derivati dall’agricoltura, dalla pastorizia e dalla pesca, consumati in alcuni Paesi del bacino mediterraneo, come l’Italia. Fra questi, l’elemento fondamentale è indubbiamente l’olio d’oliva. A questo proposito va detto che l’Italia è il secondo produttore di olio d’oliva in Europa e nel mondo. Per concludere vorrei ricordare che nel 2010 l’UNESCO ha incluso la Dieta mediterranea nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità di Italia, Marocco, Spagna e Grecia.
Ambasciatore, qual è il Suo piatto preferito?
Per una volta, vorrei cedere al campanilismo: la bistecca alla fiorentina.
Trovate tutte le informazioni sugli eventi organizzati per la Settimana della Cucina Italiana in Svizzera su www.ambberna.esteri.it e sui siti internet del vostro Consolato
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