Una sperimentazione lanciata dall’Istituto oncologico europeo (Ieo) di Milano per scoprire se un test del sangue è valido per la diagnosi precoce di un tumore al polmone
Dopo la lotta contro il tumore al seno, in gran parte sconfitto anche grazie ad analisi che rivelano la presenza della malattia allo stadio iniziale e a terapie senza mutilazioni e non “pesanti”, Umberto Veronesi, direttore dello Ieo (Istituto europeo oncologico) di Milano, darà inizio il 15 luglio ad una sperimentazione su diecimila persone con lo scopo di dimostrare che è possibile scoprire il tumore al polmone nella sua fase iniziale attraverso un esame definito “rivoluzionario”: il micro-Rna (o miRna) circolante nel sangue. L’attacco combinato contro il cancro al polmone prevede anche altre fasi della diagnosi e della terapia del male: la Tac spirale a basso dosaggio per la diagnosi precoce, un progetto di chirurgia ridottissima per la terapia, un programma educativo di lotta contro il fumo. Il tumore al polmone è il più diffuso tra gli uomini italiani, per le donne è il secondo: muoiono circa 37 mila persone all’anno. Finora gli scienziati se ne sono occupati non in maniera eccessiva perché tutto sommato è una malattia in gran parte voluta, nel senso che la causa prima del tumore è il fumo di sigaretta. Il motto “chi è causa del suo male pianga se stesso” ha un po’, anche se non in modo palese e dichiarato, condizionato le ricerche. L’antidoto è sempre stato: smettete di fumare, ma in realtà è stato un messaggio caduto fondamentalmente nel vuoto. L’unico risultato è stato il divieto introdotto nel 2004 dall’ex ministro della Sanità, Girolamo Sirchia, di fumare nei locali pubblici (uffici ed esercizi). La legge, come si sa, è stata una delle poche applicate in Italia e copiate anche all’estero, ma da sola non basta. Come dunque per il tumore al seno, a 85 anni suonati Umberto Veronesi è di nuovo sulla breccia per ingaggiare quest’altra battaglia scientifica e di civiltà.
L’ipotesi è che facendo un’analisi del sangue si possa scoprire se una persona abbia un tumore al polmone. Come avviene per il cancro alla prostata, per il quale con un prelievo si misura il Psa, così per il tumore al polmone con un semplice prelievo si misura il micro-Rna. La Tac spirale farà il resto e quindi in maniera molto veloce e precisa si può scoprire la malattia alla stadio iniziale, appunto, che è la condizione per intervenire con rapidità ed efficacia, in un modo che non è invasivo o quanto meno non come la terapia chirurgica tradizionale che si basa sull’asportazione dell’organo. Se la sperimentazione va bene, se il micro-Rna riesce a dimostrare la presenza del tumore nel sangue, sarà una scoperta scientifica eccezionale. Si calcola, in tal caso, che la mortalità per tumore al polmone dovrebbe crollare nel giro di 10-15 anni. La sperimentazione, come accennato, partirà il 15 luglio prossimo. Saranno diecimila i volontari over 55, fumatori ed ex fumatori che fumino o abbiano fumato a partire da almeno 20 sigarette al giorno da trent’anni. I centri di sperimentazione saranno: Firenze, Roma, Pescara, L’Aquila e Plermo. Si può già telefonare al numero unico 02/64107700 per entrare nello studio multicentrico Cosmos II. La ricerca durerà 5 anni. I volontari saranno divisi in due gruppi. Del primo faranno parte quelli ad alto rischio, sottoposti a Tac e a test del miRna per i primi tre anni, solo Tac nei due successivi; del secondo, formato da quelli non ad alto rischio, faranno parte coloro che verranno sottoposti solo a Tac un anno sì ed uno no.
Se il rilevamento del micro-Rna sarà dimostrato, allora tutta la popolazione a rischio potrà essere sottoposta a screening, esattamente come avviene oggi con l’individuazione del sangue nelle feci per il tumore al colon. Cosa sono i miRna? Lo spiega il dottor Pier Paolo Fiore, direttore della medicina molecolare: “I miRna sono frammenti di genoma rilasciati da cellule tumorali che permettono di predire la presenza di un danno e, sulla carta, anche di poter distinguere fra noduli benigni e maligni”.