Con il Dl dignità perdita fino a 8.000 posti di lavoro. Di Maio accusa: “numero non valido apparso la notte prima che venisse inviato al Quirinale”
Pare che durante notte, prima che la relazione al decreto Dignità venisse inviato al Quirinale, una “manina” si fosse presa la briga di aggiungere un dato fondamentale: applicare il Dl dignità comporterebbe la perdita di 8.000 posti di lavoro. Un dato che il Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, non riconosce assolutamente e fa delle accuse precise sulla comparsa di queste stime Inps discutibili: “Quel numero, per me non valido, è apparso nella relazione al decreto la notte prima che venisse inviato al Quirinale. Non è un numero messo dai miei ministeri o altri ministri. La verità è che questo dl ha contro lobby di tutti i tipi”. E specifica inoltre che “non è una cosa che hanno messo i miei ministeri, non è una relazione che hanno chiesto i miei ministeri e soprattutto che hanno chiesto i ministri della Repubblica. Il tema è: c’è un tot di contratti a tempo determinato e la relazione dice che in Italia, su quel tot, per effetto di questo decreto se ne perderanno 8mila. Ma perché nella relazione non c’è scritto invece quanti contratti a tempo indeterminato nasceranno per effetto della stretta sui contratti a tempo determinato, visto che aumenteremo gli incentivi sull’indeterminato?”, prosegue Di Maio.
“Perché non c’è scritto? Questo mi lascia perplesso perché questo decreto Dignità ha contro lobby di tutti i tipi tanto che c’è voluto un po’ per farlo arrivare in porto e al Quirinale, e ringrazio il presidente della Repubblica per averlo firmato. Il mio sospetto è che questo numero sia stato il modo per iniziare a indebolire questo decreto e per fare caciara. Non mi spaventa, noi siamo stati abituati a cose peggiori contro il Movimento. Ma tutti devono sapere che questo decreto non è stato fatto per aumentare la disoccupazione ma per incentivare il tempo indeterminato. Sono certo che il tempo ci darà ragione”.
Dunque qualcuno, in potere di farlo, avrebbe nottetempo manomesso la relazione del Decreto per far risultare il dato della perdita di 8.000 posti di lavoro, un episodio che, se ritenuto reale, sarebbe “gravissimo” per il MoVimento che non lo lascerebbe passare senza conseguenze. E tra le conseguenze si delinea sempre di più quella di “fare pulizia” in Ragioneria e al Mef: il sospetto, infatti, è che vi siano responsabilità di uomini vicini alla squadra dell’ex ministro Pd, Padoan. L’idea, dunque, sarebbe uno spoil system per “togliere dai posti chiave chi mira a ledere l’operato di governo e M5s. Abbiamo bisogno di persone di fiducia, non di vipere”.
Ma dal MEF, in risposta alle accuse del vicepremier Di Maio, riferiscono che le relazioni tecniche sono presentate insieme ai provvedimenti dalle amministrazioni proponenti, così anche nel caso del decreto Dignità, giunto al Mef corredato di relazione con tutti i dati. Interviene anche l’ex ministro Pier Carlo Padoan, coinvolto indirettamente, che nega qualsiasi insinuazione. “Se pensano che qualcuno della mia ex squadra si sia comportato scorrettamente, magari perché sobillato, lo respingo sdegnosamente: sarebbero accuse di gravità incredibile”.
“Il dl dignità e la relazione tecnica sono predisposti dal ministero del Lavoro: mi auguro abbiano fatto un lavoro corretto perché sarà alla base delle decisioni del Parlamento – aggiunge – . Quanto allo spoil system, è nelle prerogative di ciascun ministro”. Ancora il Ministro del Lavoro Di Maio si esprime sulla vicenda dicendosi “veramente sbalordito. La prossima volta metterò sotto scorta il dl quando lo mando in giro. Non ho capito perché abbia reagito il Mef, io non ho nominato il Mef. Sto solo dicendo che non è la parte politica ad avere inserito quei numeri nella relazione tecnica”. Per quanto riguarda le stime di fonte Inps apparse, vengono smentite attraverso un comunicato congiunto del ministro del Lavoro Luigi Di Maio e quello dell’Economia Giovanni Tria.
“Certamente, però, bisogna capire da dove provenga quella ‘manina’ che, si ribadisce, non va ricercata nell’ambito del Mef”, si legge ancora. Ma è importante sottolineare che “le stime di fonte Inps sugli effetti delle disposizioni relative ai contratti di lavoro contenute nel decreto” afferma Tria , debbano essere ritenute “prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili”.
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