Dove sono le donne della realtà?
Sono davvero come appaiono in tv, provocanti, adescatrici degli uomini più ricchi e più potenti o si può ancora trovare un modello femminile di cultura e intelligenza?
A queste e ad altre domande hanno cercato di rispondere le donne intervenute al forum pubblico “Donne della realtà” con l’adesione e la collaborazione di alcune giornaliste romane e de la Repubblica, il quotidiano che ha lanciato l’appello per la dignità delle donne firmato da oltre centomila persone.
Un dibattito appassionato, concreto, forte tra generazioni di donne che si confrontano e decidono di contare di nuovo, di influenzare il presente, mentre la società italiana sembra camminare all’indietro, rimuovendo diritti e libertà che parevano sicure e consolidate.
Uno smantellamento continuo e costante, attraverso campagne mediatiche mai così martellanti, che del lato femminile mostrano sempre più corpi nudi, sottomissione, compiacenza.
L’incontro si è tenuto alla Casa Internazionale delle donne di Roma, e dopo la relazione introduttiva di Chiara Volpato, docente di psicologia sociale alla Bicocca di Milano, ha visto gli interventi della filosofa Michela Marzano, firmataria insieme con Nadia Urbinati e Barbara Spinelli dell’appello di Repubblica.
Tra le altre, sono inoltre state invitate all’incontro il direttore del Tg3, Bianca Berlinguer, il presidente del Pd, Rosy Bindi, il segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso, il direttore dell’Unità, Concita De Gregorio, il direttore dell’Espresso, Daniela Hamaui, il direttore del Secolo d’Italia, Flavia Perina, il segretario generale della Ugl, Renata Polverini, la scrittrice Lidia Ravera, il presidente della Cpo della Fnsi, Lucia Visca.
Secondo le organizzatrici, sui giornali italiani il modello dominante è quello di una donna che sembra avere come unico obiettivo quello di ingraziarsi il maschio più ricco e potente possibile; l’unica soluzione è riuscire ancora a parlare delle “altre donne”, ad interrogarsi su come i media possano ridare visibilità alla molteplicità delle esperienze femminili e recuperare un ruolo di analisi e critica nei confronti dei fatti della cronaca.