Dagli indicatori sull’uguaglianza tra donna e uomo dell’Ufficio federale di statistica (UST) emergono sviluppi positivi e potenziali miglioramenti. Il livello di formazione tra i due sessi tende alla parità ed è aumentata in maniera considerevole la partecipazione delle donne alla vita professionale. Le giovani donne scelgono più spesso formazioni e discipline tipicamente maschili, ma non cresce il numero di giovani uomini che intraprendono formazioni tipicamente femminili.
La percentuale di donne con una formazione universitaria è più che raddoppiata. Nel 2011 le donne tra i 25 e i 64 anni erano il 21.7% contro il 9% del 1999. Tra gli uomini l’incremento è minore; dal 20.1% al 27.1%. Il numero di donne che hanno frequentato solo la scuola obbligatoria continua a scendere e non si registrano più differenze degne di nota tra i sessi di chi ha un’età tra i 25 e i 34 anni riguardo al grado di formazione meno elevato e a quello più elevato. Anche la partecipazione femminile alla vita professionale è aumentata considerevolmente, grazie agli impieghi a tempo parziale che riguardano 6 donne su 10. Nel 2011 la percentuale delle donne di età compresa tra i 15 e i 64 anni attive professionalmente è del 76.7% (68.2% nel 1999). Tuttavia, la percentuale delle donne che ricoprono funzioni dirigenziali resta stabile a un terzo degli effettivi, pressoché invariata dal 1996. Per gli uomini non si sono registrati notevoli cambiamenti con l’88.7% di presenza professionale (91.1% nel 1999), eccetto il lavoro a tempo parziale cresciuto dal 7.8% al 13.6%.
Non ci sono invece cambiamenti di rilievo per quel che riguarda le scelte delle professioni. La scelta dei giovani di sesso maschile cade più spesso per le professioni e le formazioni tecniche come l’ingegneria, l’edilizia o l’informatica. Le giovani donne optano ancora per formazioni e studi nei settori della salute, delle scienze umane e sociali e dell’insegnamento. Comunque è aumentata in tutti i settori la percentuale delle donne che scelgono professioni tipicamente maschili del grado secondario II e delle scuole universitarie professionali. Fenomeno che non si può costatare tra i giovani uomini che intraprendono formazioni tipicamente femminili.
Un altro dato degli indicatori della statistica riguarda la violenza. Gli uomini sono più spesso vittima di violenza nella sfera pubblica, mentre le donne sono colpite dalle violenze domestiche. La presenza degli uomini nelle statistiche della polizia sui reati violenti è più marcata in confronto alle donne. Nel 2011 la loro presenza tra gli imputati si attesta all’84.3%, mentre le persone danneggiate sono il 57.2%. Diversa la situazione per quanto riguarda la violenza domestica (il 38% dei reati violenti), dove le vittime sono il 76% di sesso femminile. Secondo la statistica criminale di polizia (SCP) ogni 10.000 abitanti 15.4 donne sono vittime di violenza domestica (uomini 4.9). Invertito invece il rapporto tra gli imputati: 15.7 imputati contro 3.8 imputate.