A Steccato di Cutro, luogo dell’ultima strage di mare avvenuta sulle nostre coste, si è tenuta una sentita processione che è arrivata fino alle spiagge dove le onde hanno restituito le salme dei 71 naufraghi – soprattutto afghani e pakistani – partiti dalla Turchia per arrivare in Europa. Una via crucis dietro una rudimentale croce ricavata dai resti spiaggiati della barca che si è frantumata davanti alla terra che doveva essere il nuovo inizio delle persone stivate al suo interno. Circa cinquemila persone di Crotone e dintorni hanno seguito la processione tra pianti, canti e preghiere guidati dall’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta e l’imam della Moschea di Cutro, Mustafa Achik, l’uno accanto all’altro a pregare insieme per le anime delle vittime, un’unione molto rappresentativa perché la salvezza e la pietà umana non hanno religione e nemmeno partiti. O forse sì, perché in questa tragedia terribile, l’unica presenza tangibile è stata quella dell’opposizione di Governo. Il Governo Meloni è il grande assente di questa tragedia. Dopo una prima visita da parte del ministro Piantedosi, per poi rilasciare in conferenza stampa delle dichiarazioni inadeguate che hanno scaturito un’importante polemica, nessuno del Governo ha messo più piede a Steccato di Cutro, nessuno ha reso omaggio alle bare esposte al palazzetto dello sport di Crotone, così come nessuno del Governo ha esplicitato un minimo di pietà verso vittime e sopravvissuti della tragedia di persona. Abbiamo visto un commosso Sergio Mattarella che, in nome dello Stato, era presente, ha visitato i superstiti e reso omaggio alle vittime, ma il Governo ha preferito vedersela da lontano, molto lontano… anche oltre i confini nazionali! Sì, è vero c’è stata una lettera che potrebbe dirsi di impeto da parte della Presidente del Consiglio per strigliare l’UE, ma poi il silenzio che ne è seguito è stato imbarazzante.
Quale rimedio migliore per questa assenza non tanto celata? Organizzare il prossimo Consiglio dei Ministri, dove si parlerà proprio della questione dei migranti, a Steccato di Cutro come atto simbolico da parte del Governo. Ma se l’atto è simbolico, non lo saranno certamente le decisioni che verranno prese, perché saranno decisive sulla problematica dei flussi migratori. Adesso il problema più grande della Premier Meloni è con quali intenzioni vorrà intavolare il Consiglio dei Ministri a Cutro, con quelle di aprire i porti o chiuderli? Meloni, nel spiegare la scelta di organizzare in settimana il Consiglio dei Ministri a Cutro, dice: “il modo migliore per onorare quelle vittime è fare in modo che non accada più”, ma questo cosa vuol dire, inasprire le regole dei flussi migratori o cambiare le norme che regolamentano la catena dei soccorsi e magari rendere gli interventi delle nostre istituzioni più agevoli?
In gioco c’è il consenso dell’opinione pubblica, fino adesso assolutamente a favore della maggioranza di Governo, ma proprio dopo la tragedia di Cutro sembra che gli umori e le opinioni della popolazione stiano vacillando.
Cosa verrà fuori dal vertice calabrese potrebbe essere determinante prima di tutto per la vita di tanti altri migranti che purtroppo si troveranno nella situazione dell’ultima sfortunata traversata, ma perfino del Governo stesso.
Redazione La Pagina